Secondo quanto suggerisce uno studio tedesco condotto da Michael Roden del Centro Diabete e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation, basterebbe un solo pasto troppo ricco di grassi saturi per ‘appesantire’ il fegato, determinare l’accumulo di grassi nell’organo e innescare alterazioni metaboliche e resistenza all’insulina.
Le premesse
Numerosi studi hanno dimostrato che le diete troppo ricche di grassi saturi (quelli per esempio contenuti in burro, carne molto lavorata etc.) provocano una malattia del fegato chiamata steatosi epatica e nota come ‘fegato grasso’, caratterizzata appunto da disfunzioni metaboliche e grasso accumulato nel fegato. La steatosi può, a lungo andare, portare a un danno epatico irreversibile (fibrosi). Ma finora nessuno studio aveva indagato in quanto tempo questo stile alimentare comincia a produrre danni.
Lo studio
I ricercatori tedeschi hanno studiato in topi ed esseri umani gli effetti di un singolo pasto troppo ricco di grassi saturi, analizzando la presenza di vari ‘indicatori’ di alterazione metabolica ed epatica. Somministrando un ‘bolo’ di grassi (ovvero un carico di grassi in una sola somministrazione e in una quantità che simula una cena esageratamente grassa), i ricercatori hanno riscontrato che potrebbe bastare un singolo pasto di questo tipo per andare incontro a segni di insulino-resistenza, accumulo di grassi nel fegato, iperproduzione di glucosio (zucchero) nel fegato e aumento dei trigliceridi.
I risultati di questo studio indicano che l’ingestione di grassi saturi ha effetti immediati sulle funzioni metaboliche. Tuttavia restano tanti dubbi ancora da sciogliere: ad esempio se queste modifiche sono transitorie o irreversibili e se boli di grassi di diversa natura sortiscono effetti diversi.