Uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Child Psychology, e condotto presso l’Università di Uppsala, ha indagato l’impatto del metodo pedagogico svedese che è neutrale dal punto di vista del genere, proprio per combattere gli stereotipi che spesso svantaggiano le donne e che hanno ricadute anche sugli atteggiamenti maschili.
Gli studiosi hanno così confermato che non esistono colori da bambina e colori da bambino; le bambine non andrebbero elogiate per come sono eleganti e vestite, almeno non più di quanto non si faccia con i maschietti. Sono queste e altre le buone pratiche adottate all’asilo che aiutano a ridurre gli stereotipi di genere e ad evitare che si radichino nei bambini, con ricadute positive a lungo termine per i due sessi.
I ricercatori dell’Università di Uppsala hanno svolto una prima indagine per valutare gli effetti di queste pratiche sui comportamenti e gli atteggiamenti dei bambini, confrontandoli con i comportamenti di bimbi che frequentano scuole tradizionali.
Così gli psicologi hanno visto che – a parità di altri fattori come l’estrazione socio-demografica delle famiglie di appartenenza – i bambini che frequentano le scuole neutrali sul fronte del genere sono meno inclini ad utilizzare stereotipi legati al maschile e femminile quando vengono loro mostrate foto di coetanei di entrambi i sessi e sono meno restii a giocare con coetanei di sesso opposto, anche se sconosciuti.