Con il passare degli anni, mantenere il proprio cervello sempre scattante, cercando di contrastare l’orologio biologico, può essere difficile. Ma oggi, anche grazie a qualche accorgimento a tavola, e non solo, si può tentare. Qualche segreto? Li rivela Valter Longo, Direttore dell’Istituto di longevità della School of Gerontology presso l’University of Southern California di Los Angeles.
“Oggi il ruolo delle strategie alimentari nella terapia del morbo di Alzheimer e di altre forme di demenza è ancora poco indagato”, ha detto Longo al talk show scientifico ‘Dieta della longevità’. Precisando che lo scopo di queste strategie non è curare l’Alzheimer, ma tentare di ritardare l’insorgenza di 5-10 anni.
Si comincia con la dieta
Una dieta quasi vegana, ammesso il pesce specie se ricco di omega 3, omega 6, e vitamina B12: sardine, salmone, pesce azzurro, crostacei, molluschi, ma non più di due volte alla settimana. Assolutamente da evitare zuccheri e farine raffinati.
Semaforo verde per vino rosso, olive, pecorino e feta. Periodicamente una dieta a ridotto apporto calorico, perché- sostiene – “fino a 70 anni, periodi di digiuno intermittente contribuiscono a rigenerare le cellule neurali”.
Poi la tazzina di caffè: 3 o 4 al giorno potrebbero proteggere da forme di demenza come il morbo di Parkinson. Le funzioni cognitive migliorano, secondo gli studi, con il consumo di 40 ml di olio extravergine di cocco al giorno per l’azione protettiva degli acidi grassi a catena media. Passano l’esame anche l’olio di oliva e la frutta a guscio .
E si prosegue con …
Per tenere la testa allenata, lettura, puzzle e digital gaming. Mentre l’attività aerobica migliora le funzioni cognitive. Non meno importante l’aspetto della socialità: vivere relazioni intense e gratificanti, mantenendo un ruolo attivo in famiglia, aiuta a tenere attive le strutture cognitive.
Infine le vitamine, assolutamente importanti con le loro qualità neuroprotettive.