Poter fare sport senza preoccuparsi di pallonate o colpi in faccia, vedere bene anche ai lati senza dover girare la testa, per non parlare di alcune soddisfazioni più frivole che spaziano dall’estetica all’evitare le fastidiose goccioline che scorrono sulle lenti oftalmiche degli occhiali quando piove o è molto umido, sono tutte piccole gioie quotidiane per chi porta le lenti a contatto. Tutti vantaggi che però non devono farci dimenticare che le lenti a contatto necessitano di attenzioni preziose per preservare la salute dei nostri occhi, e sono pur sempre una tecnologia della quale non bisogna abusare per non stressare eccessivamente la visione.
Lenti a contatto? Non sostituiscono gli occhiali
Ormai ce ne sono di tutti i tipi: usa e getta, mensili, annuali. E ancora: colorate, di materiali diversi e pronte ormai a correggere tutti i difetti di vista o quasi. Attenzione però: “Sono un’ottima protesi, spesso più confortevole di un occhiale, ma è importante ricordarsi che non sono un’alternativa completa – ammonisce Marco Moschi, direttore medico della clinica Baviera di Milano – Ho pazienti che portano le lenti a contatto e non possiedono nemmeno più gli occhiali: questo è un errore perché per la salute dei nostri occhi è necessario alternare i due supporti, anche durante la giornata”.
Quando toglierle
Basta liberarsene dopo le otto ore canoniche di lavoro? Ni. “Il mio consiglio è di fare delle pause durante la giornata. Se per esempio si va a casa a mangiare, sarebbe buona abitudine alternare l’occhiale mentre si pranza e rimettere le lenti prima di rientrare in ufficio – spiega Moschi – si dovrebbero indossare ogni 4-5 ore”. In questo modo, una volta finito il lavoro possiamo andare direttamente all’aperitivo senza doverle posare, portandole anche per 10-12 ore senza problemi. Quest’attenzione è impossibile con le lenti giornaliere che, seppure più igieniche, sono usa e getta. Il consiglio, in questo caso, è quello di seguire il buonsenso.
Tra polvere, tablet e pc
Ci sono situazioni in cui è controindicato indossare a lungo lenti a contatto. E spesso sono quelle in cui sarebbe comodo averle, per esempio al mare o mentre si praticano attività in mezzo alla polvere. Ambienti come l’ufficio ne abbassano, invece, la tollerabilità: “stare molte ore davanti al computer in una stanza con aria condizionata asciuga l’occhio. Se aggiungiamo le lenti a contatto dobbiamo essere consapevoli che riduciamo ulteriormente l’ossigenazione della cornea”, spiega l’esperto. E questo è solo uno dei motivi di grande stress a cui sono sottoposti gli occhi dei 4 milioni di italiani che portano lenti a contatto per periodi prolungati di tempo, con conseguente affaticamento visivo, senso di abbagliamento e dolori. Anche l’utilizzo smodato di tablet e smartphone sono sul banco degli imputati, e non solo per una questione di ossigenazione dell’occhio. “L’uso intensivo di smartphone, tablet e PC può causare stress agli occhi a causa del continuo passaggio di messa a fuoco da vicino e lontano, nonché alterazioni della lacrimazione per un ridotto ammiccamento con conseguenti sintomi da irritazione e infiammazione oculare. Questa problematica si accentua ulteriormente in chi utilizza lenti a contatto, in particolare in coloro che ne fanno uso per più di otto ore al giorno: tale situazione può causare stati infiammatori cronici e maggiore predisposizione a sviluppare infezioni di congiuntiva e cornea – dichiara Andrea Giani, Medico Chirurgo specialista in Oftalmologia e Ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano. Da qui l’importanza delle pause – In quasi ogni evento si può scendere a compromessi – riprende Moschi – se una persona arrampica in montagna, per esempio, è nella classica situazione con polvere. Ma è altrettanto evidente che non può usare gli occhiali, quindi sceglie che cosa è più comodo. L’importante è non abusarne”.
Gli occhiali da riposo? Non sono tutti uguali
Gli occhiali da riposo sono occhiali le cui lenti hanno particolari caratteristiche che permettono all’occhio di rilassarsi nei momenti di “pausa” dalle lenti a contatto e a fine giornata. E’ importante tenere presente che non tutti gli occhiali si equivalgono e a fare la differenza sono proprio le lenti oftalmiche che vengono inserite sulla montatura. Tra le ultime innovazioni sul mercato si possono trovare, ad esempio, le lenti oftalmiche high-tech, realizzate da Zeiss, create proprio per chi utilizza lenti a contatto e sente la necessità di alternarne l’uso per dare sollievo agli occhi, soprattutto in caso di intenso utilizzo di dispositivi digitali. Questi dispositivi, infatti, vengono sottoposti a un trattamento antiriflesso specifico, ideale per chi passa la maggior parte del tempo in interni, esposto alla luce blu generata dagli schermi dei dispositivi a Led quali televisione, computer o tablet. Il trattamento, infatti, permette di riflettere la parte di luce blu nociva proveniente da queste sorgenti, garantendo comunque una corretta percezione dei contrasti e salvaguardando la sua preziosa funzione di regolatore dei cicli sonno-veglia. Inoltre, il design di questi particolari device tiene conto del fatto che chi usa lenti a contatto è abituato a compiere una serie di movimenti del capo più dinamici rispetto a chi utilizza gli occhiali da vista che, invece, solitamente ha un campo visivo limitato. Infine, sono dotati di una tecnologia che ottimizza le aree di visione integrando la distanza di lettura di stampati – tenuti mediamente ad una distanza di 40cm – con quella di dispositivi digitali – 30cm, contribuendo così a diminuire l’affaticamento visivo.
Le regole d’oro per preservare la vista
Stilate dall’American Academy of Ophthalmology, le regole d’oro per preservare la vista sono cinque, ricorda Andrea Giani, Medico Chirurgo specialista in Oftalmologia e Ricercatore presso l’Università degli Studi di Milano: “Effettuare visite mediche oculistiche periodiche; mantenere una distanza di circa 60 cm dal monitor del computer, con posizione di sguardo leggermente verso il basso; utilizzare eventuali filtri dei dispositivi che ne riducano la luminosità; effettuare delle pause seguendo la regola del 20-20-20 – ogni 20 minuti, fissare un oggetto a 20 piedi (6 metri), per almeno 20 secondi; per chi indossa lenti a contatto per periodi prolungati, alternarle con gli occhiali da vista. E – conclude – quando si sceglie la lente dell’occhiale, farsi consigliare da un esperto su quali siano le caratteristiche più adatte alle proprie esigenze”.
I numeri in Italia
Nel mondo circa il 90% delle persone utilizza dispositivi digitali per più di 2 ore al giorno e, di queste, il 60% per più di 5 ore. In Italia, i portatori di lenti a contatto sono circa 4 milioni e rappresentano il 10% di chi ha difetti visivi, di questi la metà è under 30. Come confermato anche da una recente ricerca sui portatori di lenti a contatto in Italia, Usa, Germania e Cina, il 61% le indossa per più di otto ore al giorno e l’88% soffre di affaticamento visivo legato all’utilizzo di smartphone, tablet o altri device per più di due ore al giorno. Nel 65% dei casi la lente a contatto è sostituita dagli occhiali da vista per svolgere attività quali leggere, guardare la tv o continuare ad utilizzare i dispositivi digitali a fine giornata. A livello italiano la percentuale di questi ultimi si alza fino al 92%.
Quattro cibi che fanno bene alla vista
Pesce, ma non solo
Da quello azzurro, come le sardine e le aringhe, fino al salmone e al tonno, tutti questi pesce sono accomunati da un fattore ben preciso, ovvero l’elevato contenuto di Omega3. L’Omega3 (Dha) è un acido grasso, componente importante delle membrane delle cellule della retina. Il Dha, infatti, può costituire fino al 50% dei grassi presenti in questo tessuto. Altri alimenti ricchi di Omega3 sono le uova e le noci.
Carote, albicocche, kiwi e mirtilli
Vitamine A, C, zinco, luteina, antocianosidi e non solo: questi alcuni dei micronutrienti che fanno tanto bene alla vista e che sono presenti in quote diverse in carote, albicocche, kiwi, mirtilli e molta altra frutta. Le carote e le albicocche contengono un’elevata concentrazione di vitamina A e dei suoi precursori, come il betacarotene, coinvolti nel meccanismo della visione crepuscolare e diurna. La carenza di vitamina A può causare secchezza oculare, diminuzione delle difese immunitarie e maggior predisposizione alle infezioni. La vitamina C di cui è ricco il kiwi è l’antiossidante per eccellenza e protegge dai radicali liberi mentre gli antocianosidi dei mirtilli fortificano i delicati capillari della retina, rendendoli anche più elastici. amminoacidi essenziali e agenti anti-infiammatori.
Cioccolato extra-fondente
Il cacao contiene i flavonoidi, anti-ossidanti in grado di conservare una circolazione sanguigna degli occhi sana e robusta, mantenendo cornea e cristallino più tonici.
Soia
I derivati dalla soia, dal latte agli yogurt contengono elevate concentrazioni di vitamina E. La vitamina E sembrerebbe essere, inoltre, in grado di essere in grado di rafforzare i muscoli oculari e prevenire l’annebbiamento della vista.