(Reuters Health) – I bambini nati prima della trentesima settimana di gravidanza avrebbero difficoltà linguistiche che perdurano fino all’età di 13 anni. È quanto emerge da uno studio coordinato da Peter Anderson, del Monash Institute of Cognitive and Clinical Neurosciences di Melbourne, in Australia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati da Pediatrics.
Lo studio
I ricercatori australiani hanno esaminato il funzionamento del linguaggio nei bambini fino ai 13 anni e la traiettoria evolutiva dello sviluppo del linguaggio dall’età di due anni fino ai 13, in 179 bambini nati molto in anticipo e in 61 controlli nati nei tempi regolari. Dai risultati è emerso che, all’età di 13 anni, i bambini nati pretermine hanno mostrato performance peggiori, rispetto ai controlli, in tutte le valutazioni linguistiche effettuate. In particolare, a seconda del dominio esaminato, i bambini nati molto prima del termine avevano una probabilità maggiore di 2,1-8,1 volte di avere una disabilità rispetto ai controlli. Inoltre, il 45% dei bambini nati prima della trentesima settimana di gestazione presentava una compromissione in almeno un dominio linguistico, rispetto al 18% dei controlli. Infine, il gruppo dei bambini nati precocemente ha mostrato una funzionalità del linguaggio significativamente inferiore rispetto ai controlli alle età di 2, 5, 7 e 13 anni, con poche evidenze di variazione del livello medio della funzionalità del linguaggio con il passare degli anni.
Le osservazioni
“Mentre sappiamo che i bambini nati molto prima del termine hanno un aumentato rischio di problemi di sviluppo, compreso il ritardo del linguaggio, a causa dei pochi studi a lungo termine non sappiamo se con il progreddire dell’età questi problemi migliorano, peggiorano o restano stabili”, dice Anderson. “I nostri risultati sono preoccupanti dal momento che non abbiamo trovato alcuna evidenza che i bambini nati molto pretermine abbiano guadagnato rispetto ai controlli e per questo è fondamentale che questi bambini siano strettamente monitorati per le difficoltà nel parlare e nel linguaggio e vengano forniti adeguati servizi di intervento precoce per ridurre al minimo i problemi linguistici”, conclude l’esperto, sottolineando che i risultati ottenuti “riguardano il gruppo e non rispecchiano lo sviluppo di ciascuno individuo”.
Fonte: Pediatrics
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)