Essere meteoropatici non è una leggenda. Temperature elevate oppure rigide, umidità e pioggia influenzano negativamente l’umore, parola di scienza e anche di social network. La prova di un legame intuito da secoli ,ma mai fino in fondo dimostrato, arriva da uno studio pubblicato su PLOS One, che ha analizzato, attraverso un modello matematico, miliardi di messaggi pubblicati sui social network.
Lo studio
Si tratta, spiegano i ricercatori, “della più grande indagine mai condotta sulla relazione tra le condizioni meteorologiche e gli stati d’animo”. E’ luogo comune che il meteo abbia un impatto sullo stato emotivo. Tuttavia, precedenti indagini hanno trovato risultati contrastanti, anche a causa della mancanza di dati su larga scala. Per questo, i ricercatori della Vancouver School of Economics e del Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, hanno deciso di utilizzare le espressioni lessicali riportate sui social media da parte di decine di milioni di residenti negli Stati Uniti.
Sono stati analizzati 3,5 miliardi di post scritti tra il 2009 e il 2016, per un totale di 1.176 giorni, e di questi 2,4 miliardi di messaggi su Facebook e 1,1 miliardi su Twitter. I ricercatori hanno incrociato le posizioni degli autori con le temperature massime giornaliere e le precipitazioni, quindi ne hanno esaminato il lessico attraverso il Linguistic Inquiry and Word Count (LIWC), strumento di classificazione basato sul dizionario e utilizzato per valutare gli stati d’animo sui social media.
Ne è emerso che nei post, a prescindere dagli argomenti trattati, le espressioni positive aumentano con l’aumento delle temperature, ma solo se queste non superano i 30 gradi, perché anche il troppo caldo nuoce all’umore. I livelli di umidità relativa superiore all’80% così come il cielo molto coperto o le precipitazioni riducono i termini positivi e aumentano quelli negativi. Queste stime, si legge nel paper, sono rapportabili all’effetto, nei social, del cambio di stati d’animo a seguito di eventi come la strage del dicembre 2015 a San Bernardino o il terremoto in California nel 2014.