Circa 17 milioni di persone in Europa con allergia alimentare con una maggiore incidenza nei bambini rispetto agli adulti. Tre milioni sono italiani, una cifra quasi raddoppiata nel giro dell’ultimo decennio. Nello stesso periodo di tempo il numero di bambini che hanno richiesto un accesso in Pronto Soccorso per reazioni allergiche gravi indotte da alimenti è aumentato del 500%. Una svolta però potrebbe arrivare da uno studio finanziato dal Ministero della Salute italiano e dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases USA, che vede protagonista l’Università degli Studi di Napoli Federico II. I risultati dello studio hanno infatti portato alla scoperta delle specie batteriche che favoriscono la comparsa delle allergie alimentari e di quelle che invece proteggono i bambini dall’insorgenza.
La ricerca, pubblicata su Nature Medicine, spiega Roberto Berni Canani, responsabile del Programma di Allergologia Pediatrica del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Ateneo federiciano, aprirà la strada a cure innovative, su cui già sono in corso studi nella stessa università. I ricercatori – il team di Berni Canani e quello di Cathryn Nagler, dell’Università di Chicago – hanno identificato differenze significative nella composizione del microbiota intestinale (i milioni di batteri che colonizzano il nostro intestino) in bambini con allergia alimentare. Grazie a trapianto del microbiota su animali, sono state individuate le specie batteriche in grado di favorire la comparsa di allergia alimentare o di proteggere il bambino dall’insorgenza di questa.
“I risultati dello studio permettono di stabilire una relazione causale tra microbiota intestinale e allergia alimentare”, afferma Nagler. Per Bernin Canani “i risultati forniscono la prova definitiva sul ruolo fondamentale svolto dal microbiota intestinale nel determinare l’insorgenza dell’allergia alimentare. Questi dati stanno aprendo la strada ad interventi innovativi per la prevenzione e il trattamento delle allergie alimentari che sono in fase di sviluppo presso il nostro Ateneo”.