Seguire una dieta vegana potrebbe avere delle controindicazioni. Tra questi, per esempio, ci potrebbe essere il rischio di peggiorare l’assunzione già bassa di un nutriente essenziale coinvolto nella salute del cervello, la colina. La molecola, infatti, viene assunta tramite l’alimentazione e le fonti primarie sono manzo, uova, latticini, pesce e pollo, con livelli molto più bassi in noci, fagioli e verdure crucifere, come i broccoli. A mettere in guardia è la nutrizionista britannica Emma Derbyshire, in un articolo online su BMJ Nutrition, Prevention & Health.
L’esperta ricorda che nel 1998, riconoscendo l’importanza della colina, l’Istituto americano di medicina ha raccomandato un’assunzione giornaliera minima quantificata in 425 mg al giorno per le donne e 550 per gli uomini, che diventano 450 e 550 per le donne in gravidanza o che allattano. Nel 2016 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha pubblicato requisiti giornalieri simili. Tuttavia, sondaggi condotti in Nord America, Australia ed Europa mostrano che l’assunzione abituale di colina, in media, non è quella raccomandata.
“Questo è preoccupante – evidenzia Derbyshire – dato che le tendenze attuali sembrano essere verso la riduzione della carne e le diete a base vegetale”. L’esperta poi si sofferma in particolare sul Regno Unito, spiegando che “attualmente la colina è esclusa dai database di composizione degli alimenti nel Regno Unito, dalle principali indagini dietetiche e dalle linee guida dietetiche”. Potrebbe essere il momento che il Comitato consultivo scientifico indipendente sulla nutrizione del governo del Regno Unito inverta tutto questo, suggerisce, in particolare alla luce delle crescenti prove dell’importanza della colina per la salute umana.