Antidepressivi in gravidanza danneggiano il neurosviluppo?

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Un recente studio pubblicato su Pediatrics suggerisce che l’esposizione in utero agli antidepressivi potrebbe danneggiare il neurosviluppo del bambino, anche se i risultati non consentono ancora di trarre conclusioni solide in questo senso. Questi dati si aggiungono alla letteratura emergente che rivela un’associazione fra esiti accademici negativi nella prima infanzia e difficoltà di linguaggio nei bambini le cui madri avevano un’indicazione clinica per un disturbo d’ansia o dell’umore durante la gravidanza e sono state trattate con antidepressivi, come affermato da Deepa Singal dell’università di Manitoba, autore di uno studio che ha preso in esame più di 3000 bambini.

In base allo studio, ogni 19 donne che hanno assunto antidepressivi, un bambino si trovava a rishio di vulnerabilità su due o più domini dell’Early Develpoment Index (EDI). Molte donne comunque traggono beneficio dai propri farmaci, ed anche la depressione non trattata può comportare pericoli per le madri ed i bambini in via di sviluppo.

Le donne depresse in gravidanza hanno minori probabilità di ricercare un’assistenza appropriata, potrebbero non mangiare in modo consono o dormire abbastanza, e sono a maggior rischio di depressione post-parto. E’ dunque necessario soppesare rischi e benefici degli antidepressivi insieme al medico prima di prendere una decisione sulla sospensione o introduzione degli antidepressivi in gravidanza.

Lo studio indica che questi farmaci non sono benigni per il feto ed evidenzia l’importanza di un approccio più ampio alla salute mentale materna, specialmente in considerazione delle opzioni non farmacologiche. I dati indicano inoltre la necessità di interventi a supporto precoci per i bambini di madri con ansia o depressione durante la gravidanza.

Alcuni esperti rimarcano che gli esiti considerati nello studio consistevano nella performance scolastica, il che differisce da una diretta valutazione neuropsicologica del neurosviluppo cognitivo o linguistico. Per quanto l’EDI sia un parametro ben studiato e di largo impiego per la prontezza scolastica, altri studi hanno riscontrato che esso presenta una specificità soltanto modesta per le vulnerabilità dello sviluppo, e non è strettamente correlato allo sviluppo linguistico. Le prossime ricerche comunque dovranno chiarire come aiutare le donne con depressione significativa in gravidanza pur evitando i rischi a carico del feto.

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