Gli hot dogs, lo street food, la carne in scatola, così come le più nostrane salsicce, la bresaola, e gli affettati di tacchino/pollo, il salame, la lonza, la coppa, la mortadella, i wurstel, sono queste tutte le carni trasformate che da ieri si trovano nella lista nera dell’OMS.
In somma, secondo l’OMS, nelle cosiddette carni lavorate vanno incluse tutte le carni che sono state trasformate ”attraverso processi di salatura, polimerizzazione fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione”.
Inoltre, precisa l’OMS, la maggior parte delle carni lavorate contiene maiale o manzo, ma le carni lavorate possono anche contemplare altri tipi di carni rosse, pollame, frattaglie o prodotti derivati dalla carne come il sangue. Esempi di carni lavorate includono dunque hot dogs, prosciutto, salsicce, carne in scatola, preparazioni e salse a base di carne.
Meno a rischio invece, secondo lo studio IARC, le carni rosse non lavorate, inserite fra le ‘probabilmente cancerogene’. Questa categoria, spiega l’Oms, ”si riferisce a tutti i tipi di carne di muscolo di mammifero, come ad esempio manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra”. Mentre le carni di qualsiasi specie che vengono semplicemente macinate prima di essere vendute al consumatore, benché con aggiunta di sale o pangrattato (es. hamburger) non sono carni trasformate; vengono bensì definite “preparazioni di carni”, precisa Assocarni.