L’uso di prodotti disinfettanti durante la gravidanza, anche quelli usati comunemente durante la pandemia, potrebbe aumentare il rischio del nascituro di sviluppare asma ed eczema nei primi tre anni di vita. È quanto suggerisce uno studio dell’Università di Yamanashi (Giappone), pubblicato su Occupational & Environmental Medicine.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 78.915 coppie madri-figli nati tra il 2011 e il 2014 per capire se l’uso da parte delle mamme di disinfettanti a base di alcol, clorexidina o sali di ammonio quaternario potesse avere influenza sull’insorgenza di malattie allergiche nei bambini. L’analisi ha mostrato che le probabilità erano significativamente più alte se le madri usavano questi disinfettanti da una a sei volte a settimana. In particolare, i figli di madri esposte ai disinfettanti ogni giorno avevano il 26% di probabilità in più di avere una diagnosi di asma e il 29% in più di sviluppare eczema. Non sono emerse associazioni significative tra uso di disinfettanti e allergie alimentari.
“I risultati indicano un effetto sui bambini indipendente dal fatto che la madre torni al lavoro quando il figlio ha già compiuto un anno e suggeriscono che l’esposizione possa avvenire già in gravidanza”, spiegano i ricercatori. Per gli scienziati ci sono diversi meccanismi che potrebbero spiegare questa relazione. Potrebbe, ad esempio, essere mediata dal microbioma (i disinfettanti influiscono sulla microflora intestinale e cutanea della madre e successivamente sul bambino) o essere immunomediata (l’esposizione ad alcuni composti chimici durante la gravidanza influisce sulla risposta immunitaria nel feto). Potrebbe poi sicuramente esserci una esposizione postnatale, con i bambini che inalano o toccano le molecole di disinfettante sulla pelle delle loro madri.