La gran parte delle infezioni da Omicron nei bambini non danno particolari problemi, tuttavia, la variante potrebbe causare forme gravi più frequentemente rispetto alle versioni del virus che l’hanno preceduta. È quanto emerge da uno studio dell’University of Hong Kong pubblicato in pre-print su The Lancet.
La ricerca ha analizzato le cartelle cliniche di 1.147 bambini con meno di 11 anni non vaccinati ricoverati per Covid a febbraio scorso a Hong Kong, quando era dominante Omicron BA.2. La gran parte di essi (l’80,2%) aveva meno di 5 anni. Nel periodo considerato, si sono verificati 4 decessi, 3 dei quali in bambini che non avevano precedenti problemi di salute. Nelle precedenti 4 ondate, che fino a novembre avevano portato a 737 ricoveri, non si era verificato nessun decesso in questa fascia di età.
Lo studio ha mostrato che la letalità di Omicron tra i ricoverati (0,35%) è inoltre risultata essere 7 volte più alta dell’influenza e 6 volte più alta di altri virus parainfluenzali. I bambini ricoverati per Omicron tendevano ad andare più spesso in terapia intensiva: è successo a 21 su 1.147 ricoverati (lo 1,83%) mentre nelle precedenti ondate era accaduto soltanto a 1 bambino (0,14%). Tra i bambini in terapia intensiva, inoltre, sono frequenti i casi particolarmente gravi: 8 su 21 hanno avuto bisogno di essere intubati.
Più frequenti anche le complicazioni neurologiche: l’11% aveva avuto convulsioni, lo 0,44% encefaliti. Lo studio conferma poi che Omicron è spesso associato a croup (il restringimento acuto della laringe), la cosiddetta tosse ‘da foca’. Per i ricercatori questi dati suggeriscono una possibile maggiore aggressività di Omicron rispetto alle precedenti varianti. Tuttavia, invitano alla cautela. Dopo aver perseguito con successo una strategia zero Covid, Hong Kong all’inizio di quest’anno è stata travolta da Omicron: ciò ha causato un sovraccarico sui servizi sanitari che potrebbe aver influenzato i risultati. Un’altra spiegazione possibile riguarda le condizioni del sistema immunitario dei bambini: la mancata esposizione a coronavirus umani negli ultimi 2 anni potrebbe avere indebolito le componenti del sistema immunitario specifiche per altri virus ma in grado di conferire una protezione anche contro Sars-CoV-2