Le strategie terapeutiche, compreso l’intervento dietetico, per indirizzare la progressione della malattia renale cronica (CKD) non dipendente dalla dialisi sono state in prima linea nella recente ricerca renale. I nefrologi e altri professionisti della salute renale sono attori chiave nella gestione dei pazienti con insufficienza renale cronica e nei riferimenti ai servizi dietetici.
È stato perciò svolto uno studio atto a esplorare sia le percezioni degli operatori sanitari in merito al ruolo della dieta nella gestione dell’insufficienza renale cronica non dipendente dalla dialisi che le pratiche degli operatori sanitari in merito alla fornitura di consigli o riferimenti ai servizi dietetici.
Dapprima, un sondaggio online di 31 elementi è stato inviato via e-mail a membri di reti e associazioni renali professionali e i dati sono stati analizzati in modo descrittivo. Le variabili categoriali sono state valutate per determinare le associazioni tra frequenza di riferimento, variabili demografiche, ruolo del professionista sanitario (non dietetico vs dietetico) e percezioni del ruolo della dieta.
Complessivamente, 189 operatori sanitari hanno completato il sondaggio; nefrologi (42%), infermieri renali (29%) e dietisti renali (24%) sono stati gli intervistati più comuni. I professionisti della salute non dietetici hanno valutato l’importanza della dieta nella gestione dell’insufficienza renale cronica non dipendente dalla dialisi significativamente inferiore rispetto ai dietisti renali e il 50% degli operatori sanitari non dietetici ha indirizzato i pazienti a servizi dietetici renali mai o lo 0-25% delle volte. I motivi per non fare riferimento includevano: le percezioni accademiche – poiché vi è una sostanziale mancanza di prove che la dieta riduca la progressione dell’insufficienza renale cronica – la percezione che i pazienti non aderiscano alle raccomandazioni dietetiche e il desiderio di ridurre l’onere delle visite per i pazienti. Gli ostacoli all’accesso ai servizi dietetici sono stati percepiti come significativi e comprendevano lunghi tempi di attesa e personale dietetico inadeguato.
Dallo studio sono emerse incongruenze tra professionisti della salute non dietetici e dietisti per quanto riguarda l’importanza della dieta nell’insufficienza renale cronica non dipendente dalla dialisi; le pratiche di riferimento, infatti, sembrano essere influenzate dalle convinzioni sulla base di prove e dalle percezioni sulla capacità dei dietisti di soddisfare la domanda di riferimento. È necessario sensibilizzare i professionisti della salute non dietetici che lavorano in nefrologia in merito alle prove sulla dieta e sulla progressione dell’insufficienza renale cronica.
Perciò, una migliore comprensione di questa base di prove può migliorare la conoscenza e i modelli di riferimento. Lavorando anche sull’aumento del personale dietetico renale per migliorare l’accesso dei pazienti ai servizi.
BMC Nephrology – https://doi.org/10.1186/s12882-022-02790-y