Per maternità surrogata si intende un percorso di fecondazione assistita nel quale una donna porta avanti una gravidanza, fino al parto, per un’altra persona o una coppia. Si definisce anche, per questo motivo, gravidanza o gestazione per altri (GPA) ed è entrato nel linguaggio comune anche il termine di “utero in affitto”.
La madre surrogata
Si tratta della donna che ha deciso di portare avanti una portare a termine una gravidanza per conto di persone che, per diversi motivi tra cui anche patologie rare come la sindrome di Rokyitansky, caratterizzata dall’assenza congenita della vagina e dell’utero, tumori all’utero, malformazioni, forme gravi di endometriosi, non sono in grado di concepire o avere figli.
Ma come avviene il percorso di maternità surrogata?
La fecondazione
Se possibile, si utilizzano i gameti (quindi ovociti e spermatozoi) della coppia di persone che ha fatto richiesta. Ma è possibile utilizzare gameti di donatori estranei alla coppia stessa e alla donna che porterà avanti la gravidanza oppure ancora utilizzare ovociti della madre surrogata e liquido seminale di quelli che saranno gli aspiranti genitori. Dal punto di vista della genetica, non sempre madre biologica e madre surrogata coincidono.
Riconoscimento dei bambini concepiti all’estero
In base a una circolare del ministero degli Esteri, le coppie se eterosessuali presentano un certificato di nascita che attesti che sono state rispettate le procedure dello Stato in cui ci si trova e il funzionario consolare deve accettare gli atti al comune competente, informandolo contestualmente sulle particolari circostanze della nascita, insieme alla Procura della Repubblica. Si trascrive l’atto e la Procura accertato che sia stata rispettata la legge del Paese di provenienza, archivia il procedimento. Per le coppie dello stesso sesso la trascrizione non è effettuata invece in modo uniforme.
In Italia: LEGGE 40 e nuove prospettive
La maternità surrogata è vietata con l’articolo 12, comma 6, che recita: “Chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. Una proposta di legge per la regolamentazione della gravidanza per altri solidale elaborata dall’Associazione Luca Coscioni con esperti e altre associazioni è stata depositata alla Camera dei Deputati il 13 aprile 2021. In Parlamento, con l’attuale legislatura, è invece iniziato da pochi giorni l’iter di due proposte di legge, di Lega e Fdi, che mirano a dichiarare la pratica un reato perseguibile anche se commesso all’estero.
Dove è legale. Le due forme: altruistica e retribuita
In Europa la maternità surrogata è consentita in forma altruistica in Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Portogallo (ma non il ricorso da parte di stranieri non residenti). Anche in Belgio è praticata solo in forma altruistica e solo per i residenti, mentre Ucraina, Grecia e Georgia sono diventate alcune delle prioritarie destinazione per la maternità surrogata commerciale per le coppie eterosessuali. Nello specifico, ad esempio, la legge ucraina consente l’accesso solo a coppie eterosessuali sposate, che per problemi documentati di salute non possono portare avanti una gravidanza; prevede inoltre che almeno il 50% del patrimonio genetico sia della coppia e che il gamete donato non sia della gestante. La gestazione per altri infine è legale anche in alcuni Stati degli Stati Uniti in forma gratuita e in altri anche in forma retribuita. In Canada solo in forma altruistica, anche se è previsto un rimborso spese per la madre surrogata.
Di Elida Sergi – ANSA