Un team coordinato da Rebecca Spencer, dell’University College di Londra, ha sviluppato un nuovo metodo per predire gli esiti delle gravidanze nei casi di problematiche di crescita fetale. Il metodo è stato descritto sul Journal of Clinical Investigation. La ricerca ha coinvolto 123 donne dello studio EVERREST con grave riduzione di crescita fetale precoce, in cui i bambini erano più piccoli rispetto alla media, come evidenziato dall’ecografia, nella seconda metà della gravidanza, tra le settimane 20 e 27. Le donne hanno fornito campioni di sangue e si sono sottoposte ad ecografie con regolarità.
I ricercatori hanno misurato i livelli di 102 proteine da 63 donne, combinati con misurazioni ecografiche. Di queste donne hanno raccolto informazioni quali morte fetale, morte o parto prima della 28a settimana, sviluppo di anomalie dell’arteria ombelicale, parto a 37 settimane o più.
Una volta messo a punto il metodo, è stato validato sulle restanti 60 donne. Le valutazioni ecografiche unite a specifiche misurazioni proteiche, dunque, sarebbero in grado di predire quali casi andranno incontro a morte fetale o neonatale e quali necessiteranno un ricorso alla nascita precoce, prima di 28 settimane.
SB
Journal of Clinical investigation (2023) – doi: 10.1172/JCI169199