Seguire un modello nutrizionale con prevalenza di proteine vegetali, vitamina C, vitamina A, vitamina B2, potassio e calcio è collegato a una minore probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2, secondo uno studio pubblicato su BMC Endocrine Disorders. “Sebbene l’importanza della dieta nella prevenzione o nella gestione delle complicanze del diabete sia ben evidenziata nella letteratura attuale, non vi sono prove sufficienti riguardo alla correlazione tra i vari modelli nutrizionali e queste complicanze”, afferma Morteza Haramshahi, della Tabriz University of medical sciences, Tabriz, Iran, primo nome dello studio.
Per colmare questa lacuna, i ricercatori hanno voluto indagare questa relazione analizzando l’assunzione alimentare di nutrienti portando avanti uno studio caso-controllo in individui con e senza diabete di tipo 2 (T2D). Gli esperti hanno arruolato 225 casi di T2D di nuova diagnosi e 225 controlli. L’assunzione alimentare di nutrienti è stata valutata utilizzando un questionario semiquantitativo sulla frequenza alimentare (FFQ) convalidato.
L’età media e l’indice di massa corporea (IMC) medio dei partecipanti erano rispettivamente di 39,8 anni e 27,8 kg/m2. I risultati hanno identificato tre principali modelli nutrizionali. Il primo modello nutrizionale era caratterizzato da un elevato consumo di saccarosio, proteine animali, vitamina E, vitamina B1, vitamina B12, calcio, fosforo, zinco e potassio. Il secondo modello comprendeva fibre, proteine vegetali, vitamina D, riboflavina, vitamina B5, rame e magnesio. Il terzo era caratterizzato da fibre, proteine vegetali, vitamina A, riboflavina, vitamina C, calcio e potassio. Gli individui nel terzile più alto del modello nutrizionale 3 (NP3) avevano un rischio inferiore di T2D rispetto a quelli nel terzile più basso dopo aggiustamento per i fattori confondenti.
“I nostri risultati suggeriscono che seguire un modello nutrizionale simile a quello del gruppo 3 possa ridurre il rischio di T2D. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare la relazione tra modelli nutrizionali e T2D” concludono gli autori.
BMC Endocr Disord. 2024 Jan 17;24(1):10. doi: 10.1186/s12902-024-01540-5.