Nel 2022 sono state registrate 10.210 nuove diagnosi di celiachia. Un dato in crescita rispetto al 2021 (8.582) e al 2020 (7.729) ma ancora minore rispetto al 2019 (11.179). La celiachia è una patologia autoimmune cronica che colpisce circa l’1% della popolazione generale e si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti. In Italia dai dati più aggiornati risulta che la celiachia coinvolge circa 251.939 soggetti diagnosticati. Circa il 70% dei celiaci (176.054) appartiene al sesso femminile e il restante 30% (75.885) a quello maschile in un rapporto medio di 2 (F) a 1 (M) in cui mediamente le femmine celiache sono circa il doppio dei maschi celiaci. È quanto emerge dalla nuova Relazione al Parlamento sull’anno 2022 predisposta dal Ministero della Salute.
Dei 251.939 soggetti celiaci il 2% (5.401) ha un’età compresa tra 6 mesi e 5 anni, il 4% (11.066) rientra tra 6 e 9 anni, il 7% (16.463) ha tra i 10 e i 13 anni, l’8% (20.380) ha tra i 14 e i 17 anni, il 67% (168.776) ha tra i 18 e i 59 anni e il restante 12 % (29.853) ha più di 60 anni di età.
Nel 2022 la prevalenza media nazionale è di 0,43% mentre le Regioni/PA con la prevalenza più elevata sono Trento, Toscana e Valle D’Aosta, tutte con lo 0,54 %. Passando alla prevalenza all’interno delle singole popolazioni, maschile e femminile, si osserva che la prevalenza media nazionale femminile è 0,58 e quella maschile è dello 0,26%. La prevalenza femminile più elevata si è registrata in Toscana (0.74%), seguita da Trento e Valle D’Aosta (0,72%) mentre la prevalenza maschile più elevata si registra a Trento (0,35%) e in Valle D’Aosta (0,34%).
Per quanto riguarda la spesa per l’erogazione degli alimenti senza glutine in esenzione nel 2022 essa è ammontata a 237,6 mln di euro pari a 943 euro pro capite.
Dalle anagrafi regionali risulta che al 2022 le mense riconducibili alle tipologie previste dalla norma siano in totale 35.236 di cui 24.741 scolastiche (70%), 7.620 ospedaliere (22%) e solo 2.875 quelle annesse alle strutture pubbliche (8%).
Nel 2022 in Italia sono stati organizzati circa 561 corsi di formazione con la partecipazione di circa 14.876 operatori. Le regioni più attive nella formazione sono state per i corsi l’Abruzzo (130 corsi), il Piemonte (122 corsi) e il Veneto (71 corsi) mentre per il numero di operatori formati le Regioni più meritevoli sono state l’Emilia-Romagna (5.185 operatori), l’Abruzzo (4.309 operatori) e il Piemonte (1.139). Dai dati pervenuti non risultano attivati corsi di formazione in Friuli-Venezia Giulia e Sardegna. I corsi realizzati hanno previsto mediamente 5 ore di formazione con una media di circa 27 partecipanti per corso.
“In Italia sono oltre 250 mila le persone che, a causa della malattia celiaca, sono costrette ad osservare quotidianamente una rigorosa dieta priva di glutine. Nella nostra Nazione la dieta del celiaco è in quota parte finanziata dal Servizio Sanitario Nazionale per l’erogazione gratuita dei prodotti senza glutine”, ricorda il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.
“La celiachia in Italia – prosegue – è riconosciuta anche come malattia sociale poiché condiziona il normale inserimento nella vita di gruppo tanto da comprometterne alle volte l’osservanza della dieta. Per prevenire il più possibile situazioni di disagio e agevolare l’accesso sicuro ai servizi di ristorazione collettiva è previsto un ulteriore contributo annuale che le Regioni possono investire per implementare iniziative di formazione per gli operatori del settore alimentare e per consentire l’adeguamento delle mense annesse alle strutture pubbliche. Per la celiachia ad oggi non esiste una cura ma le complicanze di una diagnosi tardiva restano importanti per cui nel 2023 il Parlamento italiano ha deciso di investire sulla prevenzione sviluppando un programma di screening nazionale per la popolazione pediatrica”.