Un recente studio pubblicato sulla rivista Environment International suggerisce che l’attività fisica potrebbe contribuire a una riduzione del rischio di diverse malattie non trasmissibili (NCD). Utilizzando dati che includono un sondaggio rappresentativo della popolazione inglese, gli autori dello studio hanno stimato il valore annuale dell’attività fisica in natura condotta in Inghilterra nel 2019 in termini di costi sanitari e sociali della malattia evitati.
I dati rappresentativi della popolazione dal Monitor of Engagement with the Natural Environment (MENE) sono stati utilizzati per stimare il volume settimanale di attività fisica ricreativa nella natura da parte degli adulti in Inghilterra nel 2019. Gli autori dello studio hanno utilizzato dati epidemiologici dose-risposta per calcolare i casi incidenti di sei NCD (malattia cardiaca ischemica (IHD), ictus ischemico (IS), diabete di tipo 2 (T2D), cancro del colon (CC), cancro al seno (BC) e disturbo depressivo maggiore (MDD)) prevenuti attraverso l’attività fisica basata sulla natura, e hanno stimato i risparmi associati utilizzando i costi pubblicati di assistenza sanitaria, assistenza informale e perdite di produttività.
Nel 2019, 22 milioni di adulti in Inghilterra hanno visitato ambienti naturali almeno settimanalmente. Ai volumi riportati di attività fisica in natura, gli autori dello studio hanno stimato che 550 casi di IHD, 168 casi di IS, 1,410 casi di T2D, 41 casi di CC, 37 casi di BC e 10,552 casi di MDD potrebbero essere stati prevenuti.
L’attività fisica ricreativa in natura in Inghilterra risulterebbe quindi in una riduzione del peso della malattia e in possibili risparmi annuali attraverso la prevenzione delle NCD prioritarie.
Grellier J, White MP, de Bell S, Brousse O, Elliott LR, Fleming LE, Heaviside C, Simpson C, Taylor T, Wheeler BW, Lovell R. Valuing the health benefits of nature-based recreational physical activity in England. Environ Int. 2024 Apr 16;187:108667. doi: 10.1016/j.envint.2024.108667.
