L’assunzione di cibo ultra-processato (UPF) è stata associata a un rischio più elevato di obesità, ipertensione, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. I dati iniziali sulla relazione tra consumo di UPF e rischio di cancro sono stati derivati da studi osservazionali retrospettivi con risultati contrastanti. Gilmara Coelho Meine e colleghi hanno condotto una revisione sistematica e una meta-analisi di studi di coorte prospettici con la finalità di indagare l’associazione tra consumo di UPF e rischio di cancro gastrointestinale.
Sono stati esplorati con attenzione i database PubMed, Embase e Cochrane alla ricerca di studi di coorte prospettici che hanno confrontato il livello più alto con quello più basso di consumo di UPF, secondo la classificazione alimentare NOVA, e che hanno riportato il rischio di tumori gastrointestinali. L’associazione con il cancro è stata quantificata come hazard ratio (HR) utilizzando un modello a effetti casuali.
Gli esperti hanno selezionato cinque studi di coorte prospettici per un totale di 1.128.243 soggetti (241.201 partecipanti nei livelli più alti e 223.366 in quelli più bassi di consumo di UPF). Il follow-up medio variava da 5,4 a 28 anni.
Rispetto al consumo più basso di UPF, è emerso che il consumo più alto di UPF è significativamente associato a un rischio aumentato di cancro del colon-retto (HR 1,11; intervallo di confidenza al 95% [CI] 1,03-1,21; P = 0,01; I2 = 31%), di cancro del colon (HR 1,12; IC al 95% 1,02-1,23; P = 0,02; I2 = 0%) e di cancro gastrico non localizzato al cardias (HR 1,43; IC al 95% 1,02-2,00; P = 0,04; I2 = 0%). Tuttavia, non è stata trovata alcuna associazione tra un elevato consumo di UPF con neoplasie epatocellulari, esofagee, pancreatiche, gastriche e del retto.
Am J Gastroenterol. 2024 Jun doi: 10.14309/ajg.0000000000002826