La metà delle donne e il 20% degli uomini è a rischio di riportare, nel corso della vita, almeno una frattura causata da osteoporosi. Un’osservazione allarmante che arriva dai Centers for disease control (Cdc) di Atlanta, in occasione del mese dell’osteoporosi che si celebra a maggio. Una malattia, quella dell’osteoporosi, che colpisce uomini e donne di tutte le razze, ma più diffusa nelle persone bianche, e che ha come fattori di rischio, oltre all’invecchiamento, anche il fumo, il consumo giornaliero di alcol e un indice di massa corporea inferiore alla media della popolazione di appartenenza.
Le probabilità di avere osteoporosi aumentano se si ha un genitore, un fratello o una sorella con la malattia. Per questo, raccomandano i Cdc, è bene sottoporre a screening regolari le donne dai 65 anni in su, e prima, dai 50 ai 64 anni, in presenza di alcuni fattori di rischio. Ad esempio, una donna bianca di 55 anni, i cui genitori hanno avuto una frattura dell’anca, va monitorata prima, perché le sue probabilità di rischio sono come quelle di una donna di 65 anni. La familiarità all’osteoporosi è il frutto di una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali.
Studi genetici hanno identificato oltre 60 marcatori genetici associati alla densità ossea e al rischio di fratture da osteoporosi. Tra gli strumenti di screening c’è il FRAX Risk Assessment, sviluppato dall’Organizzazione mondiale della sanità, per stimare la probabilità di fratture da osteoporosi sulla base di vari fattori di rischio, incluse le fratture dell’anca nei genitori e la misura della densità ossea. Fondamentali, per la prevenzione della perdita di ossa e rafforzamento delle ossa deboli, ricordano i Cdc, sono una dieta sana, l’assunzione di un’adeguata quantità di calcio e vitamina D, e praticare ogni giorno dell’attività fisica regolare e costante.