Nei Paesi dell’Unione europea (Ue) le principali infezioni alimentari sono in aumento, confermando il trend in ascesa dal 2008; le infezioni da Campylobacter restano le più comuni, seguite dalle salmonellosi. Lo afferma il rapporto annuale, basato quest’anno sui dati del 2014, del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) e dell’European food safety authority (Efsa), l’organismo per la sicurezza alimentare, secondo cui sono le uova la fonte principale di focolai di infezioni.
Complessivamente la rete di sorveglianza ha censito in 32 paesi, i 28 dell’Ue più quattro confinanti, quasi 237mila casi umani di Campylobacteriosi, un numero in aumento del 10% rispetto al 2013, con 25 morti. Quasi 89mila sono stati i casi accertati di salmonellosi, con 65 morti, un numero in leggero aumento rispetto al 2013, anche se nel periodo tra il 2008 e il 2014 si è registrato un calo molto netto. L’infezione alimentare più letale è stata la listeriosi, che a fronte di meno di 2.200 casi, comunque in aumento del 16% rispetto all’anno precedente, ha avuto 210 morti.
“Anche se il numero di casi di listeriosi è relativamente basso – scrivono gli esperti – l’aumento riportato è preoccupante, perché la sorveglianza si concentra sulle forme più gravi della malattia, con la mortalità più alta soprattutto per gli anziani e per le persone con un sistema immunitario indebolito”. Per quanto riguarda le fonti di infezione, Ecdc e Efsa hanno censito 108 focolai dovuti a uova e prodotti derivati, 88 da prodotti ittici, 51 da carne e 50 da verdure, oltre 37 dovuti ad alimenti vari cotti al barbecue.