La crescita e la salute delle ossa sono fondamentali nell’infanzia e nell’adolescenza, le età in cui l’accrescimento scheletrico raggiunge il picco massimo. Per evitare problemi di deformazione della colonna vertebrale, come la scoliosi, che possono portare a serie conseguenze nell’età adulta, è bene dunque cominciare dallo zaino degli scolari, spesso troppo carico di cose che alla fine non servono. Di tutto questo hanno discusso gli esperti nel corso del convegno “Stato dell’arte della scoliosi”, svoltosi all’Auditorium del Parco del Castello dell’Aquila.
Esperti a convegno
“I carichi sono importanti, ma su colonne anormali: in un soggetto senza alterazioni della colonna il trasporto dello zaino che abbia un peso contenuto è un benessere perché le sollecitazioni permettono che l’osso cresca in maniera più coordinata. Nello zaino bisogna evitare di mettere cose inutili. Abbiamo fatto una ricerca su 3.000 fanciulli, il 30% del materiale che inseriscono non serviva per la scuola”. Così l’ex docente dell’Università dell’Aquila Paolo Raimondi, ideatore di un metodo di misurazione della scoliosi che porta il suo nome. Oltre a pediatri, fisioterapisti e docenti, all’evento hanno partecipato anche alcune scolaresche dell’Aquila: una quarta e una quinta elementare dell’Istituto dottrina cristiana e una quinta della scuola “Galileo Galilei” della frazione di Paganica. Il convegno, promosso dai medici dell’Università dell’Aquila Daniela Gennaro, direttore sanitario del Centro di cura Salus, e Francesco Bizzarri, presidente del Cus, è solo il primo passo di una vasta campagna informativa e di prevenzione che coinvolgerà le scuole con la distribuzione di 15mila opuscoli, cominciata oggi.
“La scoliosi colpisce in modo silenzioso: è subdola, non dà dolore. Non esiste una prevenzione vera, ma solo la possibilità di riconoscerla presto, in modo da attuare subito i trattamenti di riabilitazione o di corsetto e diminuire gli interventi: per questo è importante il controllo dei ragazzi in famiglia e nelle scuole” spiega il professor Giuseppe Costanzo dell’Università La Sapienza di Roma. Per il dottor Alvaro Corigliano, primario del Centro “Don Carlo Gnocchi” di Firenze, “l’uso dei busti è l’unico trattamento in grado di fermare l’evoluzione di una scoliosi. Le forme da prendere in considerazione sono il 5-6% nelle femmine e 1 su 120 nei maschi”. Tra gli altri relatori, il professor Carlo Ruosi dell’Università Federico II di Napoli, per il quale “i genitori non guardano più i figli, così passano inosservati segni come gibbi e asimmetrie che sono valutabili solo guardando i ragazzi nudi, infatti molti se ne accorgono al mare. La vera profilassi? Visite precoci, screening scolastici e sportivi, migliorare e rafforzare la comunicazione tra ortopedico e pediatra, perché il peggioramento è evitabile 9 volte su 10, e ogni volta che un giovane paziente deve essere operato è una sconfitta per il sistema famiglia-scuola-società”.