Il tipo di linguaggio usato da sempre da molte mamme, fatto di suoni, cambi di intonazioni nella voce e parole che attirano l’attenzione dei piccoli, chiamato in inglese “baby-talk” e basato ad esempio su sillabe che si ripetono, ha un preciso scopo: facilita l’apprendimento del linguaggio da parte dei piccoli.È quanto emerge da una ricerca dell’Università di Edimburgo, in Scozia, pubblicata sulla rivista Language Learning and Development.
Lo studio
Gli studiosi hanno analizzato 24 bambini di 18 mesi, sottoponendoli a una serie di test visivi e di attenzione con le immagini su uno schermo del computer di due oggetti sconosciuti. Ai due oggetti sono stati dati nomi inventati, comunicati ai piccoli da una voce registrata: uno con due sillabe identiche (ad esempio ne-ne) un altro senza. Quando è stato testato il riconoscimento delle parole, la registrazione del movimento degli occhi ha mostrato che i bimbi trovavano più ‘affidabile’, familiare, l’oggetto che aveva un nome in cui le due sillabe si ripetevano piuttosto che l’altro. “Questa è la prima evidenza che dimostra che i bambini hanno una predilezione per le ripetizioni nell’apprendere nuove parole” spiega Mitsuhiko Ota, autore dello studio.