L’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ArpaT) ha lanciato il seguente appello: “Chiunque catturi o trovi spiaggiato un pesce palla è invitato a fotografarlo, conservarlo congelato, separarlo da altri pesci e segnalarlo all’indirizzo di Ispra pescepalla@isprambiente.it. Come si precisa in un comunicato stampa dell’ArpaT: “L’esemplare di pesce palla ritrovato sulla spiaggia di San Vincenzo l’11 maggio scorso potrebbe appartenere ad una specie dello stesso genere di quello inizialmente determinato “pesce palla maculato”, altamente tossico al consumo, ma meno pericolosa”. La sola fotografia dell’esemplare non consente la determinazione esatta della specie, prosegue la nota.
Il comunicato
La corretta determinazione tassonomica di una specie è possibile solo se esiste la possibilità di analizzare direttamente l’esemplare di cui però nessuno dispone più. Infatti, trattandosi di un pesce spiaggiato questa possibilità è venuta meno. Da quello che si può capire dall’unica fotografia a disposizione, riportata dalla stampa, l’esemplare in questione potrebbe appartenere più probabilmente alla specie dello stesso genere Lagocephalus lagocephalus, segnalata e campionata nei nostri mari in tempi recenti, che presenta caratteristiche di tossicità simili al pesce palla maculato L. sceleratus ma molto meno marcate, risultando quindi meno pericolosa.
Durante gli studi eseguiti negli ultimi 30 anni nelle acque antistanti le nostre coste, sono state campionate dalla U.O. risorsa ittica e biodiversità marina di ArpaT, due diverse specie di Tetraodontidi, Lagocephalus lagocephalus e Sphoeroides pachygaster, le cui carni risultano tossiche se ingerite ma come detto con valori di tossicità sicuramente inferiori rispetto a L. sceleratus. “Tutti i pesci palla sono tossici al consumo e per questo il Ministero della Salute, già dal 1992, ne vieta la commercializzazione a scopo alimentare. I pesci palla si riconoscono per la pelle senza squame e quello maculato si distingue dagli altri pesci palla per la presenza di macchie scure sul dorso”, conclude la nota.