Italia: troppi parti cesarei per mancanza ostetriche

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partoUna denuncia è arrivata ieri dall’Associazione italiana di ostetricia (Aio) alla Commissione Affari Sociali della Camera, in merito ai disegni di legge sul parto fisiologico. “Troppe poche ostetriche in Italia. Per facilitare il parto naturale e la sicurezza al momento della nascita serve aumentare il personale in modo da garantire a ogni partoriente un assistenza one-to-one“. I parti cesarei ancora rappresentano il 36,7% dei circa 500mila parti l’anno che si fanno nel nostro Paese, annoverandolo tra i peggiori europei.

L’esperta
Tra le cause, spiega Antonella Marchi, presidente Aio, anche il fatto che “gli ospedali e i consultori sono scoperti di ostetriche, senza le quali qualsiasi proposta rimane su carta. Assumerne è fondamentale per garantire il rapporto ‘uno a uno’ con la partoriente, necessario per ridurre i cesarei, che se effettuati al di fuori delle necessità cliniche aumenta la mortalità materna e fetale”. Necessaria inoltre “una revisione annuale dei requisiti dei professionisti della sanità attraverso un portfolio delle competenze e delle performance”.

No invece al ‘baby-birth’ un dispositivo costituito da una morbida fascia addominale gonfiabile, che accompagna le contrazioni uterine durante il parto, previsto da uno dei decreti legge, che dovrebbe facilitare l’espulsione del neonato, “perché antitesi della nascita fisiologica”.

Sì al parto spontaneo dopo cesareo (Vbac), ma solo secondo le linee guida. Bene anche il ‘birth-plan’, il documento attraverso cui i genitori chiedono alla struttura di mettere in atto le proprie preferenze per il parto, “ma condiviso con ostetrica e ginecologo”.

Sì infine all’ipotesi di accompagnamento della partoriente in ospedale da parte dell’ostetrica di fiducia, “ma solo se con iscrizione all’albo. “Quello dell’abusivismo – conclude Marchi – è un enorme problema nella nostra professione”.

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