Il bypass gastrico è un intervento di chirurgia bariatrica sempre più utilizzato nel trattamento dell’obesità grave. Sebbene questo intervento determini una netta riduzione del peso, alcuni pazienti perdono tuttavia meno peso del previsto. Poiché questo non dipende da errori chirurgici, è importante riuscire ad individuare chi non risponderà bene alla chirurgia già prima dell’intervento.
Ebbene ora c’è questa possibilità. Un test sul Dna potrà prevedere quanto si può dimagrire con la chirurgia bariatrica. Lo dimostra uno studio presentato al Congresso dell’Associazione europea per lo studio sul diabete (Easd) condotto da giovani ricercatori della Società italiana di diabetologia (Sid). Lo studio, spiega Edoardo Vitolo, Dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’Università di Pisa, ”ha avuto lo scopo di valutare l’influenza della presenza di alcune varianti genetiche sui risultati (in termini di perdita di peso) di un intervento di bypass gastrico”.
Lo studio
Sono stati arruolati 100 pazienti affetti da obesità grave, che sono stati seguiti per 1 anno dopo l’intervento. In questo modo, spiega Vitolo, ”siamo riusciti ad individuare una variante nel gene della grelina ed una nel gene CD40L che si associano rispettivamente ad una maggiore o minore perdita di peso dopo l’intervento. Questo studio ” conclude ” rappresenta dunque un primo passo per l’individuazione di marcatori che consentano di prevedere quali pazienti risponderanno meglio alla chirurgica bariatrica e potrebbe portare ad evitare l’intervento nei soggetti destinati a rispondere meno”. Tali ricerche ”si inseriscono nel più ampio campo della farmacogenetica, ovvero di quel settore della genetica che si occupa del controllo genetico della risposta a trattamenti farmacologici”, commenta Giorgio Sesti, presidente della Sid. Si tratta di uno studio ”rilevante – conclude – in quanto apre la possibilità di applicare la medicina di precisione grazie alla selezione delle persone obese che maggiormente beneficeranno della chirurgia bariatrica”.