Secondo i risultati di un’ampia ricerca condotta dalla University of California San Diego School of Medicine, su un campione di oltre 10.000 persone, pubblicata sulla rivista Neuropsychopharmacology, esisterebbe una predisposizione genetica (ereditaria) al ‘sentirsi soli’. In altre parole, la angosciante percezione della solitudine, è uno stato d’animo che affonda le sue radici anche nel Dna e non dipende unicamente da quante persone care si ha la fortuna di avere vicino nella vita.
Lo studio
Sulla scia di precedenti studi compiuti su piccoli campioni di individui, i ricercatori statunitensi hanno inteso di indagare l’influenza dei geni sulla predisposizione al sentirsi soli. A tale scopo hanno analizzato il Dna di 10.760 individui dai 50 anni in ai quali era stato proposto un questionario per misurare la loro tendenza al sentimento della solitudine. Ognuno ha dovuto rispondere a domande come ”quante volte ti sei sentito messo da parte, isolato o senza persone care vicino?”. Gli esperti hanno così stimato che la tendenza a sentirsi soli dipende dai geni – è quindi un fattore ereditario. Il peso dell’influenza del Dna si stima intorno al 14-37%, quindi inferiore al ruolo che l’ambiente ha nello scatenare questo stato d’animo.
Questi risultati comunque stanno a significare, secondo gli autori, che ciascuno vive la solitudine a modo proprio e magari una persona con tanti affetti vicino può comunque sentirsi molto sola se ha i ”geni della solitudine”; viceversa una persona con un intorno di persone care ristretto all’osso può comunque non soffrire mai di solitudine.