Un gene “cattivo” alla base dei disordini alimentari

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shutterstock_187133726Il binge-eating (alimentazione eccessiva e incontrollata) negli adolescenti può essere collegato ad una variazione genetica, secondo una nuova ricerca condotta presso la University of Queensland.

Il professor David Evans del Diamantina Institute UQ e un team di ricercatori dell’University College Institute (London)  hanno analizzato i dati di 6000 adolescenti di età compresa tra 14 e 16 e hanno scoperto che le variazioni genetiche associate con il rischio di obesità potrebbero anche prevedere il binge-eating (dall’inglese – abbuffarsi).

Il professor Evans ha detto che trovare la variazione del gene potrebbe portare a una migliore comprensione del perché i giovani sviluppano una tendenza all’alimentazione incontrollata.

“In futuro, – ha aggiunto –  tale comprensione ci potrebbe aiutare a creare strategie per identificare gli adolescenti a rischio prima di arrivare al punto in cui essi sono già in sovrappeso o obesi e affrontare i molti problemi di salute associati con questi disordini dell’alimentazione”.

“Circa il 10% degli adulti e degli adolescenti soffrono di binge-eating, che definiamo come mangiare eccessivo e con una mancanza di controllo su ciò che mangiano. “Mentre è noto che una combinazione di vari fattori genetici e ambientali possa portare a disturbi alimentari, fino ad ora non vi è stata una ricerca focalizzata sul modo in cui alcuni specifici geni possano aumentare la probabilità di comportamenti da abbuffate incontrollate in adolescenza, il che può portare all’obesità.”

I ricercatori hanno scoperto, in sostanza, che se un giovane aveva una particolare variazione della sequenza del gene FTO (dall’inglese Fat mass and Obesity associated gene), già individuato per essere collegato all’obesità, aumentavano del 20-30% le probabilità che avesse anche una tendenza all’alimentazione eccessiva e incontrollata.

Il professor Evans ha precisato anche che  il gene con la sequenza variata era particolarmente evidente nelle ragazze, che mostravano una probabilità maggiore del 30% di avere una tendenza al binge-eating. E ha concluso con cautela riguardo ai risultati ottenuti data la complessità  e l’attuale ancora scarsa conoscenza dei molti geni e dei fattori ambientali che probabilmente influenzano e controllano i comportamenti alimentari.

 

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