Molte coppie vivono con angoscia e dolore il problema dell’infertilità, oppresse dal grande desiderio di avere dei figli, ma frustrate dalle paure e dai dubbi; spesso non sanno che cosa fare e a chi rivolgersi. Ecco perché, in aiuto a questi ‘potenziali genitori’ è nato ‘Parole fertili‘, un sito con le funzioni di un social network della fertilità, dove le coppie che vivono con frustrazione la propria condizione di infertilità possono raccontare la propria storia, le proprie emozioni, così come leggere quelle di altre coppie nella medesima condizione, arrivando ad affrontare con più fiducia il cammino verso la Procreazione medicalmente assistita (Pma).
Spiegano le esperte
“Le difficoltà a realizzare il desiderio di maternità/paternità sono vissute con dolore, frustrazione, colpa, invidia, emozioni difficilmente comunicabili”, sostiene Cristina Cenci, antropologa, fondatrice del Center for Digital Health Humanities che ha curato il progetto editoriale del sito, realizzato col contributo non condizionato della casa farmaceutica IBSA. Ma “spesso lo spazio digitale consente di uscire dalla solitudine – continua l’antropologa – offre un’intimità anonima che facilita la condivisione del vissuto di infertilità”. Da questa esigenza nasce ‘Parole fertili’, “spazio online in cui raccontarsi senza filtri – precisa Cenci – aperto a tutte le storie, anche le più difficili, anche quelle di chi, senza figli, cerca altre modalità di reinventarsi fertile”. Progetto rivolto a ogni donna con questi problemi, ma anche all’uomo, in quanto, secondo uno studio pubblicato sull’Hasting Centre Report, il 50% delle donne e il 15% degli uomini considera l’infertilità l’evento più grave della propria vita. E lo scopo del progetto è avviare verso la Pma le coppie, ma con meno stress, meno paure e più tranquillità.
“Ad oggi – dice Rossella Nappi, responsabile del Centro Ricerca Pma della Clinica Ostetrica e Ginecologica del San Matteo di Pavia – le terapie per l’infertilità sono sempre più personalizzate. Gli ormoni, spesso demonizzati e associati a conseguenze negative per la salute non causano certamente tumori ma, in taluni casi addirittura li prevengono”.
Pma in Italia
“Solo nel 2014 le coppie che hanno fatto ricorso alle tecniche di Pma sono state 70.826 per un totale di 16.041 gravidanze e 12.720 bambini nati – afferma Giulia Scaravelli, Responsabile del Registro Nazionale Pma dell’Istituto Superiore di Sanità – In Italia l’accesso alle tecniche e la loro offerta sono migliorate negli anni, tanto che il 2,5% dei bambini nati in Italia sono nati grazie all’applicazione di tecniche di Pma”.