Alcuni regimi alimentari sono associati a un più elevato rischio di sviluppare malattie infiammatorie intestinali (IBD). In particolare, una dieta più ‘occidentalizzata’ è associata a malattia di Crohn, mentre un più elevato consumo di carne, a colite ulcerosa. È quanto evidenzia una ricerca pubblicata sul Journal of Crohn’s and Colitis da un team olandese coordinato da Vera Peters, dell’Università di Groninga.
Secondo gli autori dello studio, la nutrizione gioca un ruolo importante nello sviluppo di malattia di Crohn e colite ulcerosa. Per far luce su questo potenziale fattore di rischio, i ricercatori hanno analizzato 125.445 persone, di cui 224 hanno sviluppato colite ulcerosa de novo e 97 malattia di Crohn, in un periodo massimo di follow-up di 14 anni. I partecipanti hanno risposto a domande sul loro stato di salute, anche in modo prospettico, e sulla dieta, all’inizio dello studio.
Dall’analisi delle abitudini alimentari sono stati individuate cinque diete, di cui quella caratterizzata da un elevato consumo di snacks, pasti pronti, bevande non alcoliche e salse e con basso consumo di frutta e verdura, associata a una più elevata probabilità di sviluppare la malattia di Crohn. Un’altra dieta, invece, composta soprattutto di carni rosse e bianche e carni lavorate, è associata a un più elevata probabilità di sviluppare colite ulcerosa. Un punteggio di qualità della dieta elevato, infine, era associato con un ridotto rischio di malattia di Crohn.
Fonte: Journal of Crohn’s and Colitis – doi: 10.1093/ecco-jcc/jjab219