In totale gli italiani obesi o sovrappeso raggiungono i 27 milioni, poco meno del 60% della popolazione adulta. E l’obesità costa al sistema Paese 9 miliardi di euro tra costi sanitari, calo di produttività, assenteismo, mortalità precoce. In aiuto a questa a patologia arriva un nuovo farmaco a base di Liraglutide che agisce regolando l’appetito
Sono oltre 100mila i nuovi obesi in Italia ogni anno e quasi 200mila le persone in sovrappeso, per un totale che supera oggi la ragguardevole cifra di 27 milioni di concittadini obesi o sovrappeso, poco meno del 60% degli Italiani adulti. E con un trend in aumento: secondo i dati Istat dal 2001 al 2010 i pazienti obesi sono passati da 4,8 a 5,9 milioni e quelli sovrappeso da 19,3 a 21,2 milioni. Migliora invece il quadro della popolazione infantile: la situazione è lentamente migliorata tra i bambini intorno agli 8 e 9 anni, ma si calcola che circa 1 bambino su 3 sia obeso e al Sud lo sia circa 1 su 2. E l’obesità costa al sistema Paese 9 miliardi di euro tra costi sanitari, calo di produttività, assenteismo, mortalità precoce
Sono questi alcuni dei numeri sull’obesità fotografati nel documento “Il burden of disease dell’obesità in Italia”, realizzato da Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation e illustrato oggi a Roma nel corso di un incontro promosso da Novo Nordisk per presentare il nuovo farmaco a base del principio attivo liraglutide (Saxenda®) che favorisce la perdita di peso.
“Sovrappeso e obesità sono in continua crescita nel nostro Paese – ha spiegato Antonio Nicolucci, Presidente Center for Outcomes Research and Clinical Epidemiology (Core) e coordinatore del Board sul Burden of disease dell’obesità di Ibdo Foundation – secondo i dati Istat in circa dieci anni sono cresciuti di circa due milioni gli Italiani in sovrappeso e di oltre un milione quelli francamente obesi. Ciò significa, appunto, che ogni anno in Italia diventano obese oltre 100mila persone”.
E ora una risposta arriverebbe dalla nuova opportunità farmacologica a base di liraglutide approvata dalla Food and Drug Administration (FDA) americana e dalla European Medicine Agency (Ema) dispensabile su prescrizione medica e disponibile dalla fine del 2015 nelle farmacie italiane in soluzione iniettabile in penne preriempite pronte all’uso.
“Sino ad oggi l’obesità è stata una malattia piuttosto orfana di cure – ha precisato Paolo Sbraccia, Presidente della Società italiana dell’Obesità (SIO) – erano più di 10 anni che si attendeva un nuovo farmaco, ora finalmente disponibile. Liraglutide è un analogo del GLP-1 che si è dimostrato efficace nel trattamento del sovrappeso e dell’obesità. È un farmaco ‘intelligente’, che interagisce con uno specifico interruttore nel cervello che regola l’appetito. È efficace e sicuro, dotato di un meccanismo d’azione specifico per la riduzione del peso”.
I meccanismi del Liraglutide. Il farmaco in 3 mg, quindi, agisce sull’interruttore che accende il senso della fame fornendo un immediato auto perché provoca una sensazione di maggiore sazietà e minor fame. È indicato in aggiunta ad una dieta povera di calorie e ad un aumento dell’attività fisica per la gestione del peso corporeo in pazienti adulti con un indice di massa corporea (Imc) iniziale superiore o uguale a 30 kg/m² (obesi) oppure uguale o superiore a 27 kg/m² (sovrappeso), in presenza di almeno una co-morbidità correlata al peso come disglicemia (pre-diabete o diabete mellito tipo 2), ipertensione, dislipidemia o apnea ostruttiva nel sonno. Si somministra per via sottocutanea, una volta al giorno, indipendentemente dai pasti.
“Il paziente comincia la terapia con dosaggio pari a 0,6 mg e, nell’arco di un mese, arriva a pieno dosaggio raggiungendo i 3 mg – ha aggiunto Sbraccia – in 5 settimane quindi, il al paziente verranno somministrati prima 0,6 mg, poi 1,2 mg, poi 1,8 mg 2,4 mg fino a 3 mg. A questo punto il paziente obeso prosegue la terapia a pieno dosaggio per 3 mesi al termine dei quali, se si è verificata una perdita di peso pari al 5%, lo specialista può decidere di proseguire con la somministrazione”.
Nel caso in cui non si è verificata alcuna perdita di peso dopo i 3 mesi è consigliabile sospendere la terapia in quanto il soggetto non risponde al farmaco. “È importante sottolineare – prosegue il presidente della Sio – che nel momento in cui si toglie il farmaco, si verificherà nel paziente un breve periodo di abbrivio durante il quale la persona riuscirà ancora a controllare il proprio senso di fame, ma dopo ricomincerà a mangiare in modo non adeguato e la tendenza ad ingrassare ricomincerà”. Proprio per questo motivo è fondamentale associare il farmaco ad una rieducazione del paziente stesso, aiutandolo a modificare le proprie abitudini di vita e la propria alimentazione. La persona obesa deve diventare consapevole della propria condizione e cominciare non solo a mangiare meno, ma anche meglio e nel tempo deve praticare attività fisica regolarmente. Solo in questo modo il farmaco sarà stato davvero efficacie.
I risultati degli studi randomizzati, in doppio cieco. L’efficacia e la sicurezza di Liraglutide per la gestione del peso corporeo sono state valutate in 4 studi di fase 3, randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, nei quali sono stati arruolati complessivamente 5.358 pazienti: il programma SCALE™. I risultati del programma SCALE™ hanno evidenziato, in maniera statisticamente significativa, come in 56 settimane il 92% delle persone obese o sovrappeso curate con Liraglutide abbia perso peso, rispetto al 65% di quelli che avevano assunto un placebo; ben 1 su 3 aveva perso oltre il 10% del proprio peso rispetto al 10% del gruppo placebo. Inoltre, i risultati ottenuti con il farmaco vanno al di là del solo calo ponderale. Infatti, il trattamento con Liraglutide migliora significativamente i parametri glicemici in tutte le sottopopolazioni con glicemia normale, con pre-diabete e con diabete mellito tipo 2; migliora significativamente la pressione arteriosa sistolica e la circonferenza della vita rispetto al placebo; riduce significativamente la gravità dell’apnea ostruttiva nel sonno. Un farmaco intelligente dunque che “agisce sulla glicemia abbassandola dove alta e non modificandola dove nei parametri normali”, continua Sbraccia. Tradotto, questo significa che “il farmaco può essere somministrato sia al paziente diabetico che non”.
Liraglutide “agisce potenziando un meccanismo endogeno fisiologico – ha aggiunto Michele Carruba, Direttore centro studi e ricerca sull’obesità dell’Università di Milano – e questo è garanzia di sicurezza”. Solamente alcuni specialisti possono però prescrivere il farmaco e precisamente sono “endocrinologi, cardiologi, internisti e specialisti in Scienza dell’alimentazione”, ha precisato Fabrizio Muratori, Direttore di struttura complessa Endocrinologia e Diabetologia, Azienda Ospedaliera S. Anna di Como, ed è disponibile in farmacia in penne preriempite pronte all’uso. Attualmente, il farmaco non è ancora rimborsabile e un mese di terapia a pieno dosaggio costa circa 360 euro. L’auspicio è che lo diventi presto.
Obesità una malattia sociale. Insomma due italiani su tre sono sovrappeso e i costi per il paese sono elevati. La questione quindi “è seria, perché nonostante nel comune sentire si tenda a considerare l’eccesso di peso, e persino l’obesità, ancora come condizione estetica, l’obesità è una vera e propria malattia”, ha detto Antonio Caretto, Presidente dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi).
“L’obesità è causa di aumentato rischio di diabete, di malattie cardiovascolari e di alcune forme di tumore; essere sovrappeso od obesi riduce il benessere psicologico, determina un impatto negativo sulla funzionalità fisica, con diminuzione della capacità di compiere anche le più semplici attività quotidiane, e sulla funzionalità sociale, con depressione, distress, cattiva qualità di vita”, ha concluso.
In questo quadro è fondamentale ricordare che l’eccesso di peso rappresenta la causa principale di diabete tipo 2, a sua volta associato ad un più elevato rischio di malattie cardiovascolari. Inoltre è responsabile di disabilità e difficoltà nello svolgimento delle attività della vita quotidiana. I dati Istat 2013, rielaborati nel rapporto IBDO, evidenziano una crescita progressiva della percentuale di persone che, al crescere del peso corporeo, riportano difficoltà funzionali in diverse aree: 1 obeso su 3 non riesce a chinarsi o a salire una rampa di scale, 1 su 5 percorre con difficoltà 200 metri e via via sino a non essere in grado di fare il bagno o alzarsi dal letto, vestirsi, sollevarsi da una sedia.
L’obesità quindi “è una vera e propria malattia sociale” ha proseguito Nicolucci. “Sempre secondo i dati Istat 2013, infatti, il benessere psicologico si riduce significativamente all’aumentare del livello di eccesso ponderale e, secondo l’Ocse, l’Italia è uno dei Paesi con più alto indice di disparità socioeconomica legata all’obesità: una donna con basso livello di scolarità presenta un rischio di sovrappeso tre volte maggiore rispetto a una donna con maggiore scolarità, mentre per gli uomini l’eccesso di rischio da bassa scolarità è soltanto del 30%, ma comunque fra i più alti”, ha concluso.