Oggi, alcune patologie fetali gravi e alcune complicanze delle gravidanze gemellari come l’ernia diaframmatica, la stenosi della valvola aortica, sono operabili in utero con interventi endoscopici, prima della nascita. Ma la nuova frontiera riguarda la spina bifida.
“Dal 2017 sarà possibile anche in Italia operarla nel feto ancora in utero con un’operazione mini invasiva”; queste le parole di Isabella Fabietti del Centro di Chirurgia Fetale della Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, a margine del convegno US-Italia. Patient Day 2017, organizzato presso l’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia.
Anomalia fetale congenita che spesso porta i genitori a scegliere una interruzione di gravidanza anche in stadio avanzato, la spina bifida può provocare paralisi degli arti inferiori, incontinenza urinaria e idrocefalo. Questo, spiega l’esperta, “è dovuto al fatto che la parte terminale del spina dorsale non è chiusa correttamente e il midollo viene a contatto con il liquido amniotico. Più tempo trascorre a contatto, più gravi i danni. Oggi si opera dopo la nascita, ma i danni sono ormai irreversibili. Intervenire nel secondo trimestre di gestazione permette di diminuire le conseguenze”.
E’ quello che sarà possibile grazie a dispositivi high tech che consentono di operare in utero in endoscopia, una tecnica già applicata dal team della clinica Mangiagalli in casi di gravi malattie che richiedono intervento chirurgico immediato sul feto.
“Oggi siamo in grado di ridurre notevolmente i danni provocati da ernia diaframmatica fetale, che provoca lo schiacciamento dei polmoni da parte degli organi digestivi. Anche in questo caso, intervenire prima significa ridurre i danni”, prosegue Fabietti. Per offrire un servizio di consulenza rivolta a medici e pazienti così da estendere a quanti più bimbi possibile le novità dell’endoscopia fetale, è a disposizione la app “Chirurgia Fetale”, scaricabile gratuitamente e messa a disposizione dalla Clinica Mangiagalli, centro all’avanguardia in Europa nel settore.