L’idratazione è uno dei fattori più importanti per affrontare al meglio il periodo della gravidanza. L’assunzione di un giusto apporto di acqua, circa 1,5/2 litri al giorno, durante i 9 mesi è fondamentale per vivere al meglio i cambiamenti fisiologici che il corpo attraversa. “Eppure un recente studio condotto su 200 donne, incinta e neomamme, ha dimostrato che il 58% di queste non raggiunge i livelli di idratazione previsti”, ha spiegato il professor Alessandro Zanasi dell’Università degli studi di Bologna ed esperto dell’Osservatorio San Pellegrino. “Inoltre, la fonte principale di assunzione di liquidi era quella derivante dal consumo di alimenti e non da acqua”.
Eppure, come ha evidenziato il professore, le donne in gravidanza e in allattamento sono ad alto rischio disidratazione, che può provocare complicazioni sia per il feto (come ad esempio basso liquido amniotico, difetti del tubo neurale, parto prematuro) sia per le neomamme. “Non assumendo sufficienti quantità d’acqua il rischio è quello di rimanere affette, durante la gravidanza, da problemi di salute come malnutrizione, squilibri elettrolitici e debolezza muscolare – ha continuato Zanasi – depressione, ansia e altri problemi legati alla salute mentale”.
L’acqua, inoltre, assume un ruolo cruciale in questa fase in quanto è necessaria per produrre il fluido che circonda il feto nella pancia, il liquido amniotico, e per aiutare ad aumentare il volume del sangue. Per le donne in gravidanza il consiglio è quello di bere giornalmente circa 1,5/2 litri di acqua e di scegliere “acque minerali bicarbonate, con un buon contenuto in calcio e un basso tenore di sodio, per contrastare l’acidità gastrica, fonte di disagio per molte gestanti. Alcuni studi avvalorano inoltre l’utilità di inserire nella dieta acque ricche di ferro, per prevenire i casi di anemia, molto frequenti tra le donne durante la gravidanza”, ha concluso Zanasi.