La selezione dei trattamenti in base alle differenze genetiche potrebbe aiutare i bambini e gli adolescenti con asma, secondo una ricerca presentata al Congresso Internazionale della European Respiratory Society. Lo studio, che mette a confronto pazienti trattati secondo piccole differenze genetiche con pazienti trattati secondo le linee guida esistenti, è il primo del suo genere condotto nella popolazione pediatrica. I risultati suggeriscono che i sintomi dell’asma potrebbero essere meglio controllati con trattamenti personalizzati.
La ricerca ha coinvolto 241 bambini di età compresa tra i 12 e i 18 anni, tutti in cura per l’asma dal loro medico di base. I ragazzi sono stati assegnati in modo casuale a ricevere il trattamento secondo le linee guida esistenti, oppure quello seguendo le differenze genetiche.
Ai giovani assegnati a quest’ultimo, veniva richiesto un campione biologico raschiato all’interno della guancia che veniva poi testato per diverse versioni di un particolare gene, utilizzando un test che costa meno di 20 euro.
I ricercatori hanno testato una piccola differenza nel gene che contiene le istruzioni per la realizzazione del recettore beta-2 e cercavano bambini che avessero una o due copie del gene alterato. Il recettore beta-2 è la molecola che viene presa di mira dai trattamenti per l’asma. Pertanto, i ricercatori ritenevano che diverse versioni del gene per la produzione di questo recettore avrebbero potuto influenzare il funzionamento dei trattamenti.
Precedenti ricerche suggeriscono che la maggior parte dei bambini con asma beneficiano di un trattamento standard con un antiasma chiamato salmeterolo oltre con l’inalazione regolare di steroidi. Tuttavia, circa un bambino su sette ha una piccola differenza genetica e l’uso di questo farmaco potrebbe effettivamente portarli ad avere maggiori sintomi.
In questo studio, i bambini del gruppo di medicina personalizzata che avevano questa differenza genetica sono stati trattati con un farmaco alternativo per l’asma chiamato montelukast.
I ricercatori hanno seguito i pazienti per un anno per monitorare la loro qualità di vita, con un punteggio da uno a sette a seconda dei sintomi, delle eventuali limitazioni dell’asma alle loro normali attività e più in generale dall’impatto dell’asma sulla loro vita.
Chi ha ricevuto il trattamento personalizzato e aveva due copie del gene alterato ha fatto registrare il beneficio migliore.
I risultati andranno testati su popolazioni più ampie, ma suggeriscono che potrebbe essere utile un test genetico prima dell’inizio della terapia per l’asma per iniziare con il trattamento più efficace sull’adolescente testato.
(Congresso Internazionale della European Respiratory Society)
di Michela Perrone