L’obesità precoce influenza l’apprendimento e la memoria dei bambini. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Obesity che ha trovato un collegamento tra il peso dei bimbi nei primi due anni di vita e le loro prestazioni nei test cognitivi in età scolastica, periodo in cui il cervello sviluppa percorsi neurologici che ne modificano il funzionamento. L’obesità è associata a una cognizione più bassa negli adulti. Ma fino ad oggi la ricerca non si è soffermata molto sul rapporto tra i chili di troppo e il processo di apprendimento dei bambini, di come ricordano le informazioni e gestiscono l’attenzione.
I ricercatori dell’Università di Broun, a Providence, in Rhode Island, hanno preso in esame 233 bimbi, dividendoli in due gruppi, magri e non magri. Oltre ad essere misurato per peso e altezza nei primi due anni di vita, ogni bambino è stato seguito nel tempo tramite visite domiciliari da parte di personale addestrato. I bambini hanno quindi preso parte a test che ne hanno valutato le capacità cognitive generali, la memoria, l’attenzione, le abilità verbali e le capacità organizzative.
I ricercatori hanno così scoperto che l’eccesso di adiposità nella prima età era associato a un punteggio più basso, durante l’età scolare, di Quoziente intellettivo e memoria di lavoro. Ci sono, spiegano i ricercatori, “una serie di meccanismi biologici attraverso i quali l’adiposità’ precoce potrebbe influenzare il neurosviluppo, incluse le citochine pro-infiammatorie che attivano le vie infiammatorie”. Inoltre, a pesare potrebbe essere “la disregolazione degli ormoni stimolati dall’obesità, che agiscono su regioni del cervello come l’ipotalamo, la corteccia prefrontale e l’ippocampo”.