Uno dei motivi del dilagare dell’obesità infantile è il fatto che i genitori spesso negano che i figli abbiano un problema di peso anche quando è palese. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Childhood Obesity dalla New York University School of Medicine, accompagnato da un editoriale in cui si conia un nuovo termine, oblivobesity, per il fenomeno.
Lo studio è stato condotto su circa 3mila bambini in età prescolare ed è emerso che per tre quarti dei genitori di maschi e per il 70% di femmine con obesità i bimbi erano considerati invece più o meno del peso giusto. Per alcuni genitori, scrive nell’editoriale David Katz, direttore della rivista, è più difficile stimare il peso dei figli perché i bambini in generale stanno diventando più pesanti. “Ma in altri casi si tratta di pura negazione”, sottolinea l’esperto.
“Una volta che ammettono che il figlio ha un problema devono farci i conti, devono anche loro cambiare le proprie abitudini”. Lo studio ha anche confrontato i dati con una ricerca identica fatta nel 1994, trovando che la percentuale di genitori non in grado di dire se i figli sono obesi è cresciuta del 30%. Studi precedenti hanno anche dimostrato che quando il bambino è considerato ‘attivo’ dai genitori questi tendono anche a sottostimarne il peso, con la ‘tara’ aggiuntiva che anche la stima di quanto movimento facciano i figli è spesso sbagliata.