Caldo. Il neurologo: “Per difendere salute del cervello un bicchiere d’acqua l’ora”

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Arrivano le ferie, amiche del riposo, del relax e del nostro cervello sempre a mille. “I caldi mesi estivi costituiscono una sfida per il cervello a tutte le età, se prescindiamo dagli studenti che riprendono finalmente a seguire ritmi fisiologici, dormendo a sufficienza e riscoprendo la prima colazione”. Secondo Piero Barbanti, Direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca sulle Cefalee e il Dolore dell’IRCCS San Raffaele e Professore di neurologia presso l’Università Telematica San Raffaele Roma, non sempre l’estate è amica del cervello.

È un dato di fatto che la vacanza spesso si rivela una situazione stressante e faticosa: prenotazioni, valigie, liste interminabili di cose da fare e da non dimenticare, code in auto, ritardi di voli, pasti irregolari, scottature, tuffi nel vuoto e infinite ore di luce. Quanto ne risentono i nostri neuroni? “Cominciamo proprio dalla luce: ne beneficia l’umore, è vero, ma la sua maggior presenza aumenta le ore di veglia, dunque la produzione di cortisolo. Il buio rappresenta anche per l’uomo un segnale per rintanarsi e assopirsi, esattamente come negli animali, e in estate compare circa 4 ore più tardi. Quindi più luce uguale più veglia e più stress. E poi le abitudini sbagliate: aumenta l’uso di alcoolici per dissetarsi (sic!): birre e long-drink solo per fare un esempio. Ma non è tutto: il ricorso a the freddo e caffè freddo a scopo rinfrescante fa impennare l’uso inconsapevole di sostanze psicostimolanti, dotate tra l’altro di effetto diuretico, che riducono l’acqua presente in noi. E qui c’è l’altro noto punto dolente, cioè il rischio di disidratazione, sempre in agguato per i nostri anziani che presentano un ridotto senso della sete”.

Dunque, “facciamo particolare attenzione al loro livello di idratazione (un bicchiere di acqua all’ora dovrebbe essere la regola) e ricontrolliamo con il medico le loro terapie, in particolare diuretiche. Spendiamo una parola in più per questa categoria di farmaci. I diuretici servono per far perdere i sali. L’acqua li insegue passivamente! Per questo motivo questi farmaci fanno ridurre i nostri liquidi. Come neurologi ci imbattiamo spesso in estate in anziani in stato confusionale non tanto per la disidratazione quanto per l’iposodiemia che può portare ad un autentico sopore. E poi, mai usare i diuretici fai da te! I diuretici non servono per “sgonfiare le gambe” – come troppo spesso ritenuto – ma per migliorare in casi selezionati la funzione del cuore o in caso di malattie metaboliche”. Maggiori sono le temperature, l’afa e l’umidità poi, più alte sono le probabilità di soffrire di attacchi di emicrania. Lo ha di recente dimostrato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University of Cincinnati College of Medicine, che ha confermato l’esistenza di un legame tra le condizioni meteorologiche e l’emicrania. “Disidratazione, sonno non ristoratore, vasodilatazione e aumento della trasmissione dell’impulso nervoso anche nei circuiti del dolore” spiega il neurologo, “è il mix micidiale per l’emicranico. Inoltre ricordiamoci che il caldo eccessivo può slatentizzare o favorire i fenomeni infiammatori del sistema nervoso, potendo facilitare la riattivazione delle aree infiammatorie della sclerosi multipla”.

Con l’arrivo oramai puntuale di Caronte aumentano anche gli episodi di ipotensione. Chi ne patisce maggiormente? “Ancora una volta il cervello, per 2 semplici ragioni: si trova “all’ultimo piano” del nostro corpo e per irrorarlo il sangue deve avere pressione adeguata e infine è l’organo più prepotente del corpo, perché pesando meno di 1.500 gr rapina dal 20% a 25% del sangue circolante”. Ecco allora i consigli: “Ridurre i caffè, contenere gli alcolici, utilizzare con saggezza deumidificatori e condizionatori. Facilitare comunque le correnti di aria. Ovviamente bere continuamente. E mai sport all’aperto nelle ore calde”.

 

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