Una nuova ricerca condotta dal Beth Israel Deaconess Medical Center e pubblicata su Neuron ha ‘mappato’ i neuroni che rendono difficile, se non impossibile, rinunciare al sale. Ovvero ha evidenziato il meccanismo chiave, sito nel cervello, per cui per i molti appassionati dei cibi salati è impossibile resistere alla tentazione di continuare a mangiare un pacchetto di patatine fritte fino alla fine.
“Abbiamo individuato un circuito specifico nel cervello che rileva la carenza di sodio e porta a un desiderio specifico diretto verso il sodio stesso”, spiega il primo autore Jon M. Resch. Il team si è concentrato su un sottoinsieme di neuroni, Ntshsd2, scoperto un decennio fa da uno degli autori dello studio, Joel Geerling.
In una serie di esperimenti in topi con deficit di sodio, i ricercatori hanno dimostrato che proprio la carenza attiva questi neuroni e che la presenza dell’ormone aldosterone, che il corpo rilascia quando al corpo manca sodio, ne aumenta la risposta.
La ricerca ha anche permesso di rilevare che i neuroni Ntshsd2 – situati in una parte del cervello chiamata nucleo del tratto solitario – non sono responsabili in maniera esclusiva del desiderio di sale. In esperimenti con topi non carenti di sodio, infatti, l’attivazione artificiale di questi neuroni ha innescato il consumo di sodio solo quando vi sono stati segnali lanciati anche dall’angiotensina 2, un altro ormone.
Da tutto questo, i ricercatori hanno concluso che un altro insieme di neuroni sensibili all’angiotensina 2 probabilmente gioca un ruolo nel desiderio di sodio. Questi neuroni devono ancora essere identificati.