Molti genitori si trovano veramente in difficoltà quando devono rispondere alle domande sul sesso dei loro figli. Così, anche se la maggior parte continua a sentirsi imbarazzata e impreparata, sono sempre di più i genitori che chiedono consigli ad esperti, come rivela Laura Reali, pediatra e membro dell’Associazione culturale pediatri. “Sono argomenti delicati e complessi, che vanno affrontati con tranquillità. Ma, rispetto a 30 anni fa, sempre più genitori mi chiedono come rispondere, perché non vogliono trovarsi impreparati. Non è più un tabù”, spiega Reali.
Ma qual è il modo migliore di rispondere a domande esplicite, come quella che un dodicenne inglese ha fatto alla madre, su quante volte avesse rapporti sessuali con il padre? La donna (come riporta il quotidiano The Independent) ha risposto “1-2 volte a settimana”. Una risposta che sui social è stata da molti giudicata sbagliata. Secondo Reali è stata invece adeguata all’età del bambino “perché ha messo le cose nel giusto contesto, ponendo il rapporto sessuale tra le componenti normali della vita, come mangiare e dormire”. E’ importante, per la pediatra, che gli adulti siano aperti al dialogo e dicano la verità, ricorrendo alle parole adeguate per ogni età. “Per i bambini di 4 anni si può evitare l’abusata metafora delle api e del fiore, ma parlare direttamente dell’uomo. Nel caso degli adolescenti – continua -bisogna prima capire cosa vogliono sapere, e poi dare l’informazione richiesta, senza fare una lezione di scienza”, aggiunge.
Per Anna Oliverio Ferraris, psicologa dello sviluppo, “si può parlare di sessualità, ma evitando di parlare delle proprie esperienze. Se lo si fa, si coinvolge il bambino in quello che noi psicologi definiamo ‘incesto emotivo’, cioè la sfera emotivo-sessuale della famiglia”. Ad una domanda del genere, conclude, andrebbe risposto “che ognuno ha la sua intimità, che va rispettata. Per i figli è sufficiente sapere che i genitori hanno una vita sessuale, senza altri dettagli. Non è opportuno che sappiano tutto”.