Consumare prodotti a base di latte fermentato, come yogurt e kefir, potrebbe ridurre il rischio di cardiopatia ischemica e infarto, nelle donne. A mostrarlo è una ricerca pubblicata su BMC Medicine e condotta da un team coordinato da Karl Michaelsson, dell’Università di Uppsala, in Svezia.
Per lo studio, il team ha preso in considerazione dati da quasi 60mila donne con un’età media di 54 anni, oltre a poco più di 40mila uomini che non avevano cardiopatia ischemica. Complessivamente, nel corso di 33 anni di follow-up, sono stati registrati 17.896 casi di cardiopatia ischemica, inclusi 10.714 casi di infarto. Prendendo in considerazione fattori quali consumo di alcol, dipendenza dal fumo e altre patologie come il diabete in aggiunta al numero di porzioni di latte fermentato e non fermentato che le persone consumavano quotidianamente, i ricercatori hanno osservato che, nelle donne, l’assunzione di oltre 300 millilitri al giorno di latte non fermentato era associata a un rischio maggiore di cardiopatia ischemica, con un rischio aumentato del 5% a 400 millilitri, del 12% a 600 millilitri e del 21% a 800 millilitri. Una relazione simile è stata osservata per il rischio di infarto. La sostituzione di un’assunzione giornaliera di 200 millilitri di latte fermentato, però, ha prodotto una riduzione del rischio di cardiopatia ischemica del 5% e del 4% di infarto del 4%, nelle donne.
Secondo gli autori, l’assunzione di latte non fermentato potrebbe influenzare i livelli di enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2) e il fattore di crescita dei fibroblasti 21 (FGF21), due proteine che regolano la pressione e il flusso sanguigno. Inoltre, essendo trattandosi di uno studio osservazionale, non stabilisce direttamente una relazione causale tra l’assunzione di latte non fermentato delle donne e la cariopatia ischemica.
BMC Medicine (2024) – doi: 10.1186/s12916-024-03651-1