Conseguenze psicologiche, con traumi per il 30%. Stanchezza, dispnea da sforzo e palpitazioni. e poi ancora danni alle capacità di svolgere le normali attività e di lavorare. Sono queste le conseguenze del Covid-19 sui pazienti guariti, e a distanza di mesi ancora sintomatici, dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A riferirlo sono gli stessi medici dell’ospedale in uno studio pubblicato su Epidemiology & Infection, con primo autore l’infettivologa Serena Venturelli.
L’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo che ha ideato e gestito, tra i primi centri al mondo, un percorso di presa in carico, cura e studio di chi ha vinto la malattia ed è transitato dall’Ospedale di Bergamo, da quello di San Giovanni Bianco e dal Presidio Medico Avanzato alla Fiera di Bergamo.
In totale sono stati valutati 1.562 pazienti che si sono ammalati tra febbraio ed agosto 2020, durante la prima ondata epidemica, che sono stati sottoposti a controllo di follow-up tra maggio e ottobre; la pubblicazione su Epidemiology & Infection riguarda i primi 767 di questi pazienti. Del campione considerato, 394 (51,4%) sono stati i pazienti che hanno riferito di essere ancora sintomatici al momento della valutazione. Affaticamento (334 pazienti, di cui 145 con livello moderato e grave), dispnea da sforzo e palpitazioni sono i principali sintomi riferiti. 121 pazienti hanno perso l’indipendenza, e 222 convivono ancora con sentimenti traumatici correlati al Covid-19.
“La malattia ha lasciato in diversi casi esiti psicologici rilevanti, come ci aspettavamo dopo un evento così traumatico, anche a livello sociale, che ha scardinato tutte le nostre certezze – ha spiegato Ave Maria Biffi, referente per la Psicologia del Papa Giovanni degli ambulatori psicologici allestiti alla Fiera di Bergamo – I pazienti raccontano in particolare la solitudine vissuta in ospedale, nell’impossibilità di vedere famigliari ed amici, e la paura data in larga parte dall’incertezza di quello che stava succedendo”.