La dieta chetogenica, che prevede un bassissimo contenuto in carboidrati e zuccheri, come potenziale trattamento per i sintomi di dipendenza da cibo (Food addiction) e per il disturbo da alimentazione incontrollata (Binge eating). Questa la tematica al centro di uno studio condotto dal dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell’Università di Siena.
Lo studio ha valutato l’efficacia di un protocollo chetogenico a basso contenuto calorico di 5-7 settimane, seguito da una dieta ipocalorica non chetogenica in un gruppo di donne in sovrappeso o obese con sintomi di dipendenza da cibo o da disturbo da alimentazione incontrollata. Alla fine del periodo nessuna partecipante ha riportato diagnosi per le due patologie, con un miglioramento della composizione corporea. Le donne spiega l’Università, hanno perso dal 7,3% al 12,8% del peso iniziale, senza cambiamenti significativi della massa muscolare.
La dieta chetogenica è utilizzata per il trattamento dell’epilessia refrattaria, per il diabete di tipo 2 e per altre condizioni legate a una disregolazione del metabolismo glucidico; tuttavia, il suo impiego per il trattamento di dipendenze comportamentali è poco conosciuto. Alcuni studi sui topi hanno dimostrato un ruolo positivo della chetosi nel trattamento di dipendenze da alcol e cocaina, ma pochi studi ne hanno investigato l’effetto nelle dipendenze sull’uomo.