Non appare del tutto inutile per la protezione del cuore, ma dal punto di vista del rischio cardiovascolare nella popolazione in generale, la dieta vegetariana non sembra apportare benefici significativi. E’ quanto si evidenzia in uno studio presentato al meeting dell’American College of Gastroenterology, secondo cui la differenza di rischio cardiovascolare tra chi elimina la carne e chi la mangia è praticamente nulla. La ricerca della Rutgers New Jersey School of Medicine ha analizzato i dati di un’indagine sulla nutrizione condotta tra il 2010 e il 2012 su 20mila persone negli Usa, in cui il 2,3% del campione era costituito da vegetariani.
Lo studio
I ricercatori hanno esaminato il tasso di obesità, i valori della pressione del sangue, i livelli di colesterolo e glucosio nel sangue, calcolando anche il rischio cardiovascolare per il decennio successivo, tramite un metodo di calcolo che determina un punteggio che tiene conto di tutti i fattori di rischio. Per i vegetariani la media di questo valore è stata il 2,7%, mentre i non vegetariani hanno avuto un rischio medio calcolato del 4,7%, una differenza che secondo i ricercatori non è statisticamente significativa.
“Non direi che la dieta vegetariana è inutile per proteggere il cuore – sottolinea Hyunseok Kim, uno degli autori – tuttavia la protezione a livello di popolazione generale potrebbe essere più bassa di quanto si pensa. Effettivamente i vegetariani nello studio mostravano un grado inferiore di obesità e una pressione arteriosa più bassa, rispetto ai carnivori, ma questo probabilmente si deve al fatto che in maggioranza, nella popolazione esaminata, i vegetariani sono più giovani e sono soprattutto donne”.