Suona quasi come una condanna, quanto è riportato in un articolo pubblicato dal British Medical Journal (Bmj) che in sostanza esprime ‘seri dubbi’ sulle diete ‘genetiche’ proposte da privati, ed in particolare da alcuni siti, anche in Italia. La controversia nasce da un nuovo metodo per dimagrire che si basa sull’analisi del Dna, attraverso test genetici, per indicare l’alimentazione ottimale e l’attività fisica più adatta a perdere peso.
Le basi della critica
“L’idea che diete personalizzate basate sul genoma porteranno benefici per la popolazione – si legge sul sito della rivista scientifica – potrebbe non pagare, almeno nel breve termine”. A sostegno della sua tesi, il Bmj cita uno studio guidato da Katherine M Livingstone della Deakin University, in Australia, che si basa sull’analisi del gene ‘Fto’, quello attualmente associato alla maggiore variazione nell’indice di massa corporea. Dopo un’analisi su quasi 10 mila partecipanti alla ricerca, i ricercatori non hanno trovato alcuna relazione tra l’Fto e la capacità di perdere peso. “Le cause dell’obesità – sottolinea il Bmj – sono multiple e complesse, ma lo studio guidato da Livingstone suggerisce che i fattori ambientali prevalgono almeno rispetto ai geni più comunemente legati all’obesità”. La rivista inglese conclude indicano la necessità di “nuovi approcci basati sui fattori ambientali, che potrebbero essere di più grande beneficio per la popolazione a lungo termine”.