Pare che il tè possa aiutare a contrastare il rischio di fratture, specie nelle donne più in là con gli anni che sono più esposte all’osteoporosi; dunque se il latte, da sempre raccomandato per la sua azione benefica sulle ossa, non fosse gradito, via libera al tè. Secondo una ricerca australiana, della Flinders University, pubblicata sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, berne tre tazze al giorno riduce il rischio di fratture di circa il 30% rispetto a chi non lo consuma o lo consuma poco.
La ricerca è stata condotta su un campione di 1200 donne, tra le quali è più frequente l’osteoporosi, che provoca indebolimento delle ossa, tutte di età media intorno agli 80 anni, alle quali sono state chieste con questionari periodici le abitudini alimentari, in particolare quelle relative al consumo di tè. Durante il periodo di osservazione di 10 anni, le donne hanno subito 288 fratture, 129 delle quali dell’anca. Tuttavia, coloro che bevevano almeno tre tazze di tè al giorno, in particolare tè nero e verde, risultavano avere circa un terzo in meno di probabilità di andare incontro alla rottura di un osso nel corso del decennio rispetto a chi lo beveva raramente o per nulla. Secondo gli esperti il segreto del tè potrebbe risiedere nei flavonoidi contenuti in abbondanza, che rafforzano le ossa, accelerando la formazione di nuove cellule ossee e rallentando l’erosione di quelle esistenti. Anche il caffè li contiene, ma secondo quanto riporta lo studio è stato proprio il tè di gran lunga la principale fonte per le donne osservate.