Le donne sono più attente alla cura del corpo rispetto agli uomini. Sono più consapevoli e meglio informate sui temi della prevenzione, e in generale è più facile che abbiano stili di vita piu’ sani. Ma l’effetto boomerang della pandemia Covid-19 ha messo a dura prova soprattutto loro, con ricadute dirette sulla salute, fisica e non solo. A puntare l’attenzione sull’importanza di dedicare del tempo alla cura di se stesse è la Giornata della salute della donna”, il 22 aprile, nel giorno della nascita del Premio Nobel Rita Levi Montalcini.
“Una data speciale – secondo le parole della presidente del Senato, Elisabetta Casellati – per parlare di prevenzione e di medicina al femminile. Un promemoria per ricordarci quanto sia importante la nostra salute. Siate generose anche con voi stesse”. Promossa dal Comitato Atena Donna, onlus nata per diffondere tra le donne il tema della prevenzione per ridurre il rischio di gravi patologie, la giornata è stata istituita nel 2015 insieme al Ministero della salute. Secondo una revisione sistematica pubblicata nel 2017 sul Journal of Public Health, ricorda la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), le donne si ricordano più spesso di usare di più la crema solare, prestano maggiore attenzione ai sintomi che potrebbero essere precoci campanelli di una malattia, consultano il medico con maggiore frequenza, tendono a vaccinarsi di più e curano meglio l’igiene orale.
Eppure, per molte di loro la pandemia è stata una sorta di black-out. “L’emergenza Covid-19, spiega la presidente di Atena Donna, Carla Vittoria Maira, “ha interrotto i consueti iter di prevenzione per la salute in genere e quella femminile in particolare. Sono preoccupanti i dati relativi all’oncologia, alla salute cardiovascolare e al diabete, che dall’inizio della pandemia registrano un calo costante dell’accesso alla diagnosi e ai trattamenti”.
A seguito della pandemia, sottolinea la Federazione nazionale delle ostetriche (Fnopo), “ci sono anche evidenze su disagio post partum, sensazione di abbandono e drastica diminuzione degli esiti di salute in tutte le fasi del percorso nascita”. #Concentratisullatuasalute è quindi il messaggio della giornata, veicolato anche con braccialetti realizzati da donne nelle carceri e diramato attraverso tante iniziative in tutta Italia. Per l’occasione, il Ministero della salute, in collaborazione con l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, lancia ‘In seno alla salute’, una campagna per far conoscere le conseguenze che alcune patologie possono avere anche sulla salute riproduttiva. Focus del progetto è il tumore al seno, la patologia oncologica più diffusa tra le donne.
“Eseguire screening periodici – ricorda Maria Lucia Lorefice, presidente della commissione Affari Sociali della Camera – può aiutare a diagnosticare una malattia allo stadio iniziale e può salvare la vita. Non dimentichiamolo mai, neppure in questo anno segnato dalla pandemia”. “Prendersi del tempo per uno screening medico o un esame diagnostico – conclude la presidente del Senato -non significa sottrarlo al lavoro, alla casa o ai figli. Significa invece compiere un enorme gesto d’amore verso la vita”.
di Livia Parisi