Ben due adolescenti su tre dichiarano di essere attenti alla propria salute fisica e mentale. Secondo quattro ragazzi su cinque, inoltre, la ricetta per rimanere in buona salute si compone di un’alimentazione equilibrata, l’attività fisica e i rapporti sociali. Sono questi i risultati emersi dalla ricerca esplorativa realizzata dal Dipartimento di Economia politica e Statistica dell’Università degli Studi di Siena e presentati mercoledì 27 aprile, presso il liceo classico e linguistico Immanuel Kant di Roma, in occasione dell’evento territoriale di Fattore J, il progetto promosso da Fondazione Mondo Digitale e Janssen Italia – azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson – con l’obiettivo di accrescere nelle giovani generazioni la fiducia nei progressi della scienza.
Alla presentazione dei dati hanno partecipato Elisabetta Durantini, dirigente scolastico del liceo “I. Kant” di Roma; Loretta Mameli, Patient Engagement Lead and Pipeline Execution Lead Italy, Janssen Italia; Mirta Michilli, direttrice generale della Fondazione Mondo Digitale.
L’evento è stato un’occasione di confronto tra gli studenti e la rete multisettoriale del progetto: ben tredici Associazioni Pazienti, due partner scientifici, Università Campus Bio-Medico di Roma e Università di Siena, e tre partner istituzionali, Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), VaccinarSì e Società Italiana di Farmacologia (SIF). Al centro della giornata il ruolo del racconto di cura, fatto di una corretta conoscenza scientifica, per orientare comportamenti responsabili nel rispetto del benessere e della salute di tutti.
“In questi due anni abbiamo visto il progetto crescere e diventare sempre di più uno spazio di confronto e crescita, in un momento difficilissimo per le nuove generazioni, isolate dal perdurare della pandemia. Siamo riusciti a trasformare anche le indagini tematiche in uno strumento dinamico e vivo di ascolto, per dare voce agli adolescenti. Abbiamo scelto di sostenere la scienza e la ricerca con la formazione e una comunicazione sana, capace di mettere insieme l’empatia del racconto di cura con una corretta informazione scientifica”, ha dichiarato Mirta Michilli.
Quanto l’informazione scientifica (articoli, pareri, opinioni) influenza i comportamenti degli adolescenti nelle scelte di “salute circolare”? Come si costruisce una comunicazione sana e corretta? Si può essere nello stesso tempo empatici e autorevoli? Punto di forza degli eventi territoriali di Fattore J è proporre agli studenti un dialogo aperto con più di punti vista.
“La pandemia ha reso evidente l’importanza di una corretta informazione scientifica. Oggi più che mai è necessario che studentesse e studenti approccino il mondo scientifico con consapevolezza e fiducia. Consapevolezza e fiducia che paradossalmente sono venute a mancare negli ultimi due anni a causa del sovraccarico di informazioni che comunemente chiamiamo infodemia. Il 55esimo rapporto Censis ci ha restituito l’immagine di un paese irrazionale. Solo attraverso la collaborazione tra scuola, mondo scientifico e associazioni è possibile realizzare il sogno di un futuro migliore e raggiungere un obiettivo fondamentale: rendere i più giovani ambasciatori di messaggi di fiducia nella scienza”, ha sottolineato Elisabetta Durantini.
Cuore dell’iniziativa sono i confronti diretti che i giovani ambassador hanno con i professionisti della salute. Per la tappa romana, ai giovani ambasciatori territoriali, Tommaso Cocumelli dell’IIS Piaget Diaz di Roma, Laura Malaggese e Romina Capi dell’IIS San Benedetto di Cassino, è stato affidato il compito di guidare una tavola rotonda con Maria Pia Ruggieri, direttrice del Pronto soccorso e Medicina d’urgenza dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, consiglio direttivo di SalutEquità; Daniela Mondatore, direttrice della Scuola civica di alta formazione di CittadinanzAttiva; Luisa Clausi Schettini, direttrice dell’Associazione italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma (AIL) Roma; Felicia Giagnotti, presidente della Fondazione Progetto Itaca. Ha moderato Leonardo Radicchi, presidente dell’Associazione ipertensione polmonare (Aipi). Inoltre, con l’obiettivo di raccontare il dietro le quinte della scienza e della medicina hanno partecipato al dialogo anche alcuni professionisti di Janssen, Emiliano Grassi, Product Manager Neuroscience, e Andrea Casati, Car-T Lead.
La ricerca esplorativa, realizzata dal Dipartimento di Economia politica e Statistica della Università degli Studi di Siena, continua a dare voce agli adolescenti. Dopo le prime due ricerche che hanno esplorato i cambiamenti negli stili di vita durante la pandemia e la fiducia nelle istituzioni, la terza indagine tematica esplora come l’informazione scientifica (articoli, pareri, opinioni) influenzi i comportamenti degli adolescenti nelle scelte di “salute circolare”, tenendo conto anche degli atteggiamenti legati ad altri aspetti della sostenibilità integrale, come alimentazione, spreco delle risorse ecc. Dalla ricerca emerge con chiarezza quanto i giovani siano più inclini a modificare i propri comportamenti se esposti a informazioni scientifiche affidabili e verificate, anche se riguardano campi come l’abbigliamento o la moda da sempre rivendicati come spazi di totale autonomia. Una generazione che sta crescendo aperta ai valori della sostenibilità integrale.
Sono oltre 9.000 gli studenti di 109 scuole in 16 Regioni che negli scorsi mesi hanno già partecipato alle sessioni formative interattive di Fattore J con le associazioni dei pazienti e gli esperti delle diverse aree terapeutiche, una scelta che si è rivelata vincente per l’autenticità delle storie condivise e la capacità di comunicare con empatia di esperti e medici. I webinar approfondiscono i temi chiave della salute e del benessere in diverse aree terapeutiche (oncologia, ematologia, immunologia, infettivologia, ipertensione arteriosa polmonare e neuroscienze). L’obiettivo anche per la seconda edizione, caratterizzata dallo slogan “Nelle mani della scienza”, è raggiungere attraverso la campagna di comunicazione 100.000 studenti con alcune novità, come le mini-sfide “Science Fact check” per mettere alla prova la capacità degli studenti di verificare le notizie scientifiche. Intanto i giovani ambasciatori si stanno cimentando nella formazione alla pari e nella scrittura collaborativa con medici, pazienti e manager del mondo sanitario del primo “Manifesto della salute”, per sperimentare nuovi paradigmi comunicativi più chiari, empatici e trasparenti in grado di combattere con più efficacia la denutrizione scientifica.
“È partendo dalla corretta conoscenza che si rimuovono gli ostacoli e si vincono le resistenze verso tematiche apparentemente complesse come quelle scientifiche. Ecco perché teniamo molto al progetto Fattore J che offre ai giovani i mezzi e le competenze utili a comprendere e interpretare al meglio la realtà. Speriamo di riuscire a dare ai ragazzi qualcosa in più, che vada anche oltre le nozioni che trovano sui libri di testo. Vogliamo che le generazioni più giovani siano parte attiva nella costruzione di un futuro migliore perché ci stanno dimostrando di avere una grande proattività nella costruzione di un mondo diverso e più consapevole”, ha detto Loretta Mameli.