Nuove ricerche sui topi hanno scoperto un’interazione precedentemente sconosciuta tra molecole derivate da fibre alimentari e una proteina delle cellule immunitarie, che innesca una protezione contro le infezioni da Salmonella.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che i microbi nell’intestino scompongono la fibra ingerita in molecole note come acidi grassi a catena corta. Questi sembrano proteggere da agenti patogeni come la Salmonella influenzando l’attività delle cellule immunitarie, compresi i macrofagi. Tuttavia, i meccanismi con cui gli acidi grassi a catena corta interagiscono con le cellule immunitarie sono rimasti poco chiari.
Per approfondire, i ricercatori hanno effettuato una serie di esperimenti di laboratorio. In primo luogo, hanno attaccato gli acidi grassi a catena corta alla superficie delle “nano-sfere” sintetiche e hanno esposto le minuscole strutture al contenuto delle cellule che hanno caratteristiche di macrofagi, per determinare quali proteine nelle cellule interagiscono con gli acidi grassi.
Questa procedura ha rivelato che gli acidi grassi a catena corta possono legarsi a una proteina chiamata apoptosi-associata alla proteina speculare (Asc), un’interazione precedentemente sconosciuta. L’Asc fa parte del cosiddetto complesso infiammatorio, una struttura proteica che aiuta ad attivare la risposta infiammatoria per sopprimere gli agenti patogeni. Ulteriori esperimenti in macrofagi hanno dimostrato che gli acidi grassi a catena corta proteggono dall’infezione da Salmonella legandosi all’Asc e innescando così l’attivazione dell’infiammazione.
I ricercatori hanno confermato e ampliato le loro scoperte negli esperimenti con i topi. Quando i topi infetti da Salmonella sono stati alimentati con acidi grassi a catena corta, o con i loro precursori delle fibre alimentari, gli acidi grassi legati all’Asc, hanno innescato l’attivazione dell’inflammasoma e prolungato la sopravvivenza dei topi.
Questi risultati forniscono nuove intuizioni sugli effetti della fibra alimentare sul sistema immunitario. Saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare l’applicabilità di questi risultati agli esseri umani e per studiare altri potenziali effetti degli acidi grassi a catena corta sul sistema immunitario.
(Plos Biology, http://dx.doi.org/10.1371/journal.pbio.3000813)
Di Michela Perrone