Abbottonarsi la camicia, usare il coltello o girare la chiave nella toppa della porta sono gesti banali per la maggior parte di noi, ma diventano attività proibite o quasi per chi soffre di reumatismi. In Italia è colpito il 10% della popolazione: 5 milioni di persone, in larga maggioranza donne, che devono fare i conti tutti i giorni con problemi legati alla rigidità delle mani e delle articolazioni del corpo. Al contrario di quello che si pensa, i reumatismi non colpiscono solo le persone anziane: malattie di questo tipo insorgono di solito tra i 40 e i 50 anni, alcune volte anche prima. Se riconosciute in tempo possono essere trattate con farmaci specifici e si scongiurano i problemi anatomici che colpivano le nostre nonne.
Occhio alle mani
Il primo campanello d’allarme è il dolore, soprattutto alle giunture delle mani e ai polsi. “Mi devo preoccupare se questo dolore è persistente e non passa per una o due settimane – spiega Luca Quartuccio, delegato della Società Italiana di Reumatologia (Sir) e reumatologo presso la clinica di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine – Un campanello ancora più “sonoro” è il gonfiore: mani che si ingrossano senza motivo e fanno male sono un indizio che c’è qualcosa che non va”.
Che fatica la mattina
Altro segnale è la rigidità articolare al mattino: “Chi sta bene non sa nemmeno cosa sia – premette l’esperto – Si tratta della difficoltà appena svegli a muovere le articolazioni delle mani. Stringere la tazzina del caffè, vestirsi o aprire la portiera della macchina richiedono uno sforzo enorme”. Questo avviene perché i tendini infiammati irrigidiscono la mano. La durata del disturbo dipende dall’infiammazione e dal tipo di malattia, ma può andare da qualche minuto a tutta la mattina.
Datemi un divano
L’ultimo sintomo è qualcosa di spesso banalizzato da tutte noi, perché molto comune. Se unito a dolore e rigidità articolare, però, va preso molto sul serio, soprattutto “se accade a donne giovani che sono sempre state bene e che improvvisamente nel primo pomeriggio devono stendersi sul divano perché non ce la fanno”, sottolinea il reumatologo. Con gli altri sintomi questo potrebbe infatti indicare un’infiammazione in atto: “Ogni tipo di infiammazione, anche molto banale come l’influenza, ci rende stanchi – ricorda Quartuccio – Se non passa o se insorge senza motivi apparenti c’è qualche problema”.
Per avere una corretta diagnosi occorre rivolgersi al proprio medico prima e a un reumatologo poi. Se la mattia viene confermata, oltre alla terapia farmacologica, “è importante non sovraccaricare le parti infiammate: è bene che chi non riesce a compiere determinati gesti si faccia aiutare da qualcuno per non peggiorare la propria condizione”, conclude l’esperto.