Secondo quanto emerge da una da una ricerca del Duke University Medical Center, svolta sui topi in laboratorio e pubblicata sulla rivista Toxicological Sciences, non esiste una fase in cui il fumo passivo non faccia male, in particolare per le donne in età fertile e che cercano una gravidanza. In chi vi si espone, anche prima del concepimento, può avere infatti un impatto persistente tale da alterare lo sviluppo del cervello del feto, compromettendo in particolare le funzioni legate all’apprendimento e alla memoria e anche i circuiti della serotonina, che influenzano l’umore e le emozioni. .
Lo studio sui topi
Gli studiosi hanno simulato l’esposizione al fumo passivo acquisendo ed estraendo dei composti chimici del fumo di tabacco e somministrando la soluzione attraverso pompe impiantate negli animali da laboratorio, tutti topi femmine, in tre fasi diverse: prima dell’accoppiamento, agli inizi della gravidanza e alla fine. Studiando poi la prole a partire dall’adolescenza e in età adulta, è emerso che l’esposizione al fumo di tabacco estratto in tutti e tre le fasi ha portato i topolini ad avere un’alterata funzione dei circuiti cerebrali che regolano apprendimento e memoria, così come dei circuiti della serotonina che influenzano l’umore e il comportamento emotivo.
Saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire esattamente quali possano essere i meccanismi alla base di questi risultati, tuttavia secondo gli studiosi le cause potenziali includono gli effetti persistenti di alcuni dei componenti del fumo, che possono rimanere nel corpo per diversi giorni dopo l’esposizione. Inoltre, è possibile che le sostanze chimiche possano cambiare il metabolismo o lo stato ormonale delle future mamme, o potrebbero essere la causa di una alterazione nelle ovaie, che colpisce l’attività dei geni che controllano la funzione del cervello del feto.